Zhǐguān: differenze tra le versioni

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*Il cibo che deve nutrire il corpo, regolandone la quantità e la qualità in modo appropriato.
*Il corpo facendo attenzione a calmarlo prima di assumere la postura che, sempre secondo [[Zhìyǐ]]:{{quote|dovrebbe sedere a gambe incrociate. In una parziale posizione del loto, la gamba sinistra va messa su quella destra e portata vicino all'addome [...] o una totale posizione del loto dove anche la gamba destra va messa su quella sinistra. [...] Poi la mano sinistra va sovrapposta a quella destra e tutte e due portate vicino all'addome. Successivamente occorre regolare la posizione del corpo tenendolo dritto e ondeggiandolo otto volte per rilassarsi. Così il corpo starà ritto con la spina dorsale né rigida né piegata. Poi occorre regolare la posizione del collo e della testa di modo che la punta del naso venga o trovarsi sulla stessa linea dell'ombelico. La testa non deve pendere né piegarsi, né chinarsi, né sollevarsi, ma stare pefettamente in equilbrio. Dopo il meditante deve rigettare con un respiro l'aria viziata, lentamente e con essa tutte gli impedimenti della mente. Poi dovrebbe chiudere la bocca per inalare aria fresca attraverso le narici. [...] Quando chiude la bocca, il labbro e i denti superiori dovrebbero toccare quelli inferiori, e la lingua il palato. Poi dovrebbe chiudere gli occhi per escludere la luce. In questo modo dovrebbe sedere ritto come un macigno, senza muoversi. È importante abbandonare sia lo sforzo che la fiacchezza|Zhìyǐ, ''Tóngméng Zhǐguān'' 童蒙止觀, 3
::Va notato come questo testo sia stato più volte ripreso, adattandolo, in numerosi testi sia del [[Buddhismo Chán]] che di quello [[Zen]], come peraltro hanno osservato gli studiosi statunitensi Richard R. Robinson e Williard L. Johnson : {{quote|I suoi scritti sulla meditazione [di [[Zhìyǐ]]] costituirono la matrice su cui si svilupparono le scuole [[chán]]. Molte guide di meditazione [[chán]], ancora nell'XI secolo riportavano alla lettera ampi stralci del ''Mohe Zhiguan'' |Richard R. Robinson e Williard L. Johnson. ''The Buddhist Religion - A Historical Introduction'', Wadsworth Publishing Company, USA, 1997, Cap. 8,5,1 (it. ''La religione buddhista - Una introduzione storica'', Ubaldini, Roma 1998}}
*Il respiro il cui suono non si deve udire, che non deve essere affannoso, che non deve essere condizionato ma calmo e leggero immaginando che entra ed esca da tutti i pori liberamente e agevolmente.<br>
*La mente che non deve vagare nel mondo esterno ma che non si deve nemmeno assopire, regolando costantemente la postura e il respiro.