Concilio di Sutri: differenze tra le versioni

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Il concilio fu convocato per porre fine ai disordini fra diversi candidati rivali al papato. Una parte della Chiesa incoraggiò Enrico III ad intervenire, sia per risolvere il conflitto sia per ricevere l'incoronazione dal papa. Nell'autunno del 1046 Enrico III, già re tedesco, attraversò le Alpi alla testa di un numeroso esercito e accompagnato da un brillante seguito di principi secolari ed ecclesiastici, che erano tutti suoi [[vassallo|vassalli]]. L'obiettivo di Enrico era quello di essere incoronato imperatore in modo che non potessero sorgere dubbi sulla sua legittimità e di ristabilire l'ordine a Roma.
 
A Roma infuriava la guerra tra varie fazioni nobiliari, ognuna delle quali esprimeva un proprio candidato al papato. Un papa risiedeva a [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]], un altro a [[San Giovanni in Laterano|San Giovanni]] e un terzo a [[basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]]. Due di loro, [[Papa Benedetto IX|Benedetto IX]], dei conti di Tuscolo, e [[papa Silvestro III|Silvestro III]] dei Crescenzi, rappresentevano fazioni rivali della nobiltà romana. Gregorio VI aveva acquistato il papato da Benedetto IX [[1044|due anni prima]]. Ogni pretendente aveva i propri sostenitori nella Chiesa e controllava una zona della città.
 
Enrico fu ricevuto con onore da Gregorio VI a [[Piacenza]]. Fu deciso di convocare un concilio a [[Sutri]], circa 40 km a nord di Roma, lontano dalla violenza delle fazioni urbane. Dinanzi all'assemblea Gregorio confessò che aveva "in buona fede e semplicità", [[Simonia|comprato il papato]] da Benedetto IX nel [[1044]]. Dopo la partenza di Benedetto, il [[sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto|vescovo di Sabina]] si era autoproclamato papa, con il nome di Silvestro III. Nel [[1045]] Benedetto IX tornò a Roma e rinnovò le sue pretese al papato.