Ernesto Fontana: differenze tra le versioni

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|nato=[[8 ottobre]] [[1830]] a [[Milano]]
|ordinato= [[1º aprile]] [[1850]] a Milano
|consacrato=[[1824 maggio]] [[1894]] dal cardinale [[Lucido Maria Parocchi]]
|vescovo= Vescovo di [[Diocesi di Crema|Crema]]
|deceduto=[[4 novembre]] [[1910]] a [[Crema (Italia)|Crema]]
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Di origini milanesi, ancora giovane Ernesto Fontana decise di intraprendere la carriera ecclesiastica, venendo ordinato [[presbitero|sacerdote]] per mano dell'arcivescovo [[Carlo Bartolomeo Romilli]] il [[1° aprile]] [[1850]] nel Duomo di Milano.
 
Tra il [[1877]] e il [[1878]] ricoprì l'incarico di prefetto degli studi nel seminario teologico milanese in un periodo di acute tensioni e divisioni all'interno della chiesa ambrosiana fra rosminiani (o conciliatoristi, "transigenti" cioè nei confronti del nuovo stato italiano) e tomisti (o "intransigenti") e don Fontana, da convinto tomista, guidò indirettamente gli studenti alla sommossa contro i loro compagni rosminiani.<ref>Carlo Cattaneo, ''"Viva Rosmini... Nuovo Lutero". L'opuscolo di don Ernesto Fontana "La verità per la carità" in un inedito dell'arcivescovo di Milano Luigi Nazzari di Calabiana'', in ''Rivista Teologica di Lugano'', 3/1998, pp. 569-577.</ref> Per questo motivo sorsero non pochi contrasti con l'arcivescovo [[Luigi Nazari di Calabiana]], considerato un esponente conciliatorista, il quale, per sedare gli animi degli studenti, decise di promuovereallontanare donil Fontanasuo prefetto promuovendolo alla direzione del Collegio Lombardo di [[Roma]] nel [[1878]].<ref>M.Mario Fois, V.Vincenzo Monachino e F.Felix Joseph Litva, ''Dalla chiesa antica alla chiesa moderna -. Miscellanea per il cinquantesimo della facoltà di storia ecclesiastica della Pontificia Università Gregoriana'', Roma, Università Gregoriana, 1983, pp.428-430.</ref>
 
Il [[18 maggio]] [[1894]] venne nominato vescovo di [[Diocesi di Crema|Crema]] e «tra la fine dell'800 e i primi anni del '900 rinnovò profondamente»<ref>[[Libero Tresoldi]] in [[Adriano Caprioli]], Antonio Rimoldi e Luciano Vaccaro (a cura di), ''Diocesi di Crema'', Brescia, La Scuola, 1993, p. 9.</ref> la sua nuova diocesi, prima con una minuziosa visita pastorale a tutte le parrocchie ([[1896]]-[[1897]]) e poi convocando un [[Concilio#Sinodo diocesano|sinodo diocesano]] (4-6 maggio 1897), dopo quasi centosessant'anni dal precedente, in cui sollecitò esplicitamente l’educazione del popolo, la lotta contro la stampa antireligiosa, la frequenza ai sacramenti e la disciplina del clero.<ref>Pubblicato a Crema dalla Tipografia San Pantaleone di L. Meleri nel 1897.</ref>
 
Fu un deciso atto di riforma interna, in piena conformità con quanto sostenuto dal cardinale [[Andrea Carlo Ferrari]], arcivescovo di Milano, nonostante tra i due presuli proprio quello stesso anno fosse sorto un contrasto per la soppressione didel alcuniseminario seminarimonzese milanesi (compreso il Seminariodel Villoresi, (diretto per un certo periodo dallo stesso Fontana). Il vescovo di Crema ne seguì comunque le direttive anche in seguito, di fronte alla crisi del [[Modernismo teologico#Il modernismo milanese|modernismo]] che investì pesantemente la realtà ambrosiana e toccò, sia pure in forme molto minori, anche la diocesi cremasca. Nel [[1906]] condusse una seconda visita pastorale per verificare l'attuazione delle linee dettate dal sinodo.
 
Durante la propria esperienza episcopale fu tra gli altri guida spirituale di rilievo del [[servo di Dio]] padre Lodovico Longari.<ref>Carlo Vassalli, ''Padre Lodovico Longari'', scheda biografica tratta dal processo diocesano di beatificazione (in {{cita web|url=http://it.ssseu.net/index.php?option=com_content&task=view&id=179&Itemid=197|titolo=Sito europeo dei religiosi Sacramentini|accesso=28 settembre 2009}}</ref>
 
Morì a Crema il [[4 novembre]] [[1910]] e le sue spoglie furono traslate in cattedrale dal cimitero il 3 ottobre 1923.
 
==[[Genealogia episcopale]] e [[successione apostolica]]==