Tribunale speciale per la difesa dello Stato della Repubblica Sociale Italiana: differenze tra le versioni

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{{U|Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato|storia|data=ottobre 2009}}
{{Organo governativo
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Il '''[[Tribunale speciale per la difesa dello Stato]]''', disciolto nel [[Regno d'Italia]] dopo il [[25 luglio]] [[1943]] e la deposizione di [[Benito Mussolini|Mussolini]], viene ricostituito nella [[Repubblica sociale italiana]] con decreto legislativo del capo dello Stato n. 794 del [[3 dicembre]] 1943. Funziona quindi tra il [[1944]] e il [[1945]] in sedi diverse a seconda dello sviluppo delle vicende belliche: [[Verona]], [[Mantova]], [[Padova]], [[Bergamo]], [[Torino]].
 
Il procedimento più eclatante che vede coinvolti i giudici del [[tribunale]] nel suo breve periodo di attività rimane senz'altro, nel 1944, il [[processo di Verona]] al termine del quale sono condannati i membri del [[Gran Consiglio del fascismo|Gran Consiglio]] che hanno sfiduciato [[Benito Mussolini|Mussolini]] l'anno precedente.
 
Alla caduta della [[Repubblica Sociale italiana|R.S.I.]] le carte del tribunale pervengono a Roma al "Tribunale supremo militare - Ufficio procedimenti dei tribunali di guerra soppressi" che tra il 1947 e il 1956 le trasmette alle varie Procure della Repubblica competenti per territorio. Da queste i fascicoli pervengono ai Giudici Istruttori dei Tribunali con la richiesta di dichiarare 'non doversi promuovere l'azione penale'. I Giudici accolgono le richieste di archiviazione, nella maggior parte dei casi in quanto si tratta 'di azioni di guerra compiute da partigiani' o 'di operazione compiuta da patrioti per necessità di lotta contro tedeschi e fascisti' o ancora 'per essere ignoti gli autori del reato'.
 
== I fascicoli di Biella ==