Oratorio di Santa Caterina delle Ruote: differenze tra le versioni

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L<nowiki>'</nowiki>'''oratorio di Santa Caterina delle Ruote''' si trova in via del Carota in località Rimezzano presso [[Bagno a Ripoli]] nei pressi del Cimitero di Ponte a Ema.
 
==Storia==
Costruito tra il [[1348]] e il [[1387]] dalla famiglia [[Alberti]], ha ben conservato la struttura [[gotica]]. La potente famiglia fiorentina aveva nelle vicinanze una villa chiamata il ''[[Villa del Paradiso degli Alberti|Il Paradiso degli Alberti]]''.
 
Nel XIX secolo si ebbe un primo restauro degli affreschi, rifacendo ad esempio il cielo stellato nelle volte.
 
Nel [[1921]] venne trafugato dall'oratorio l'originario trittico di [[Agnolo Gaddi]], che venne poi rinvenuto ma privo di [[predella]] e dei pilastrini. L'opera è da allora nei depositi degli [[Uffizi].
 
NelDal [[1992]] al [[2009]] l'oratorio ha subito un restauro da parte del Comune di Bagno a Ripoli, proprietario attuale della struttura<ref name=oratori /> dal [[1988]]. Al termine dei lavori l'oratorio è stato aperto al pubblico, con un'esposizione di opere dei maestri che già lavorarono ai suoi affreschi e con il polittico di Agnolo Gaddi.
 
==Esterno==
La costruzionestruttura è inmolto filarettosemplice, con pianta rettangolare e abside quadrata ([[scarsella]]), con un paramento estreno costituito da bozze di [[pietra alberese]]<ref name=oratori >[http://www.mega.it/bagno-a-ripoli/indexi.html www.mega.it/bagno-a-ripoli (Oratori)]</ref>. Ile portale è sormontato da una tettoia sporgentemacigno, sul lato sinistrodove si aprono finestre [[monofore]] con arco acuto.
 
Il portale è sormontato da una tettoia sporgente, con una lunetta che era decorata da una ''Madonna col Bambino e angeli'' di [[Spinello Aretino]], oggi staccata con la sinopia e consercata nei depositi della Soprintendenza. Un tempo la decorazione ad affresco riguardava tutta la facciata.
 
==Interno==
Internamente l'unica navata, separata in due [[campate]] da un arcone trasversale, termina con una scarsella quadrilatera, incorniciata da un arco a sesto acuto e con copertura a crociera. Anche nel vano principale la copertura è affidata a [[volte a crociera]] con [[costoloni]], che si dipartono dai [[pilastri]] laterali.
 
==Affreschi==
La chiesa è affrescata con ''Storie di Santa Caterina d'Alessandria'', detta delle Ruote in ricordo del martirio subito, di [[Spinello Aretino]] (navate e volta), del [[Maestro di Barberino]] (scarsella) e di [[Piero Nelli]] (scarsella, lati). La cappella e gli affreschi furono successivamente commissionati dalla famiglia [[Alberti]] di [[Firenze]] che nelle vicinanze aveva una villa chiamata il ''[[Villa del Paradiso degli Alberti]]''.
Il ciclo di affreschi della cappella illustra le storie di [[santa Caterina d'Alessandria]], detta delle Ruote in ricordo del [[martirio]] subito nel IV secolo.
Nel [[1992]] l'oratorio ha subito un restauro da parte del Comune di Bagno a Ripoli, proprietario attuale della struttura<ref name=oratori />.
 
La decorazione prese avvio, come di consueto, dall'abside, dove si trovano quattro scene nelle pareti laterali (due lunette e due riquadri) e, sulla parete centrale, un'''Annunciazione'' e i due santi ''Benedetto e Stefano'' ai lati della finestra. L'abside venne affrescata entro il [[1360]] e via lavorano il cosiddetto [[Maestro di Barberino]] e [[Pietro Nelli]]. Al primo competerono la parete centrale, le vele della volta, il sottarco con busti di ''Apostoli e Profeti'' e tutte le scene laterali (''Caterina rifiuta l'abiura al cospetto dell'Imperatore'', ''Flagellazione'' e ''Martirio della santa''), tranne la ''Disputa di santa Caterina con i filosofi pagani'' (registro inferiore della parete sinistra) di [[Pietro Nelli]], autore anche dei due santi (''Caterina'' e ''Antonio abate'') sulle pareti estrene ai lati dell'arco della scarsella.
 
La decorazione venne ripresa circa trent'anni dopo, alla fine degli anni ottanta del XIV secolo, da [[Spinello Aretino]], che affrescò tutta la prima campata dell'oratorio. La ripresa dei lavori fu legata al testamento di Benedetto di Nerozzo Alberti, uomo ricchissimo e influente in Firenze, che dopo essere stato esiliato per le lotte politiche, dispose il completamento della decorazione.
 
Spinello avviò probabilmente dalla parete dell'arcone, dove gli affreschi erano stati interrotti, per poi proseguire sulle volte (''Evangelisti''), sulle pareti e altre superfici di corredo come il sott'arco centrale.
 
Le ''Storie'' iniziano dalla parete destra, dove, in alto, si vede la ''Conversione'' e il ''Battesimo di Santa Caterina'' da parte di un monaco eremita. Nel registro mediano si trova ''Santa Caterina orante e Matrimonio mistico'' (dove la santa viene maritata misticamente a Gesù Bambino nelle braccia della Madonna) e la ''Cattura di Caterina'', dove si vede la santa esortata,s enza successo, ad adorare un idolo pagano in un tempio.
 
Nella parete opposta si vedono, in alto, la ''Disputa con i filosofi pagani'' e il ''Rogo dei sapienti convertiti'', cioè il martirio di quei filosofi che Caterina era riuscita a convertire al Cristianesimo. Nel registo sottostante sono presenti le due scene di ''Caterina in prigione converte le dame di corte e il capitano dei soldati e riceve la visita di Cristo con gli angeli'' e ''Decapitazione del capo delle guardie''. Le storie terminano nella parete centrale, dove sono le scene in sequenza continua di ''caterina esce di prigione per venire condotta la martirio'' ed il ''Boia che rinfodera la spada dopo aver decapitato Caterina'', mentre in alto campeggia un sarcofago dove il corpo martorizzato della santa è adorato dagli angeli.
 
Nel sottarco tra le campate si trovano medaglioni dei ''Dodici Apostoli ed Agnello Mistico'', mentre sui pilstri laterali si trovano un ''san Ludovico di Tolosa'' (destra) e un ''Sant'Antonio Abate'' (sinistra). Frequenti sono gli stemmi Alberti con quattro bracci di catena su sfondo azzurro, legati al centro da un anello.
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
*A. Tartuferi (a cura di), ''L'Oratorio di Santa Caterina all'Antella e i suoi pittori'', Mandragora, Firenze 2009. ISBN 8874611412
 
==Voci correlate==