Metrodoro di Chio: differenze tra le versioni
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Interessato alla meteorologia e all'astronomia Metrodoro ne ''La Natura'' avrebbe ampliato le tesi di Democrito concependo l'universo eterno ed infinito abitato da infiniti mondi.
«Io affermo che noi non sappiamo se sappiamo o ignoriamo qualche cosa; e che non sappiamo neppure se sappiamo o non sappiamo questa cosa stessa nè assolutamente se esista qualche cosa o no.» <ref>In Cicerone, ''Accademica priora, II, 23</ref> lo ha fatto ritenere dalla tradizione appartenente alla corrente dello scetticismo.
Gli odierni studi di storia della filosofia invece hanno interpretato il frammento come l'affermazione di una conoscenza basata esclusivamente sulla ragione che respinge la semplice ricezione della realtà attraverso le ingannevoli sensazioni e che rifiuta una conoscenza come corrispondenza del pensiero alla realtà.
Questa interpretazione moderna viene sostenuta anche dal secondo frammento dell'opera di Metrodoro dove si dice:</br>
«Tutto è quel che si pensa» </br>
o come altri critici traducono:</br>
«Esiste tutto ciò che si può pensare» <ref>Eusebio, ''Preparazione evangelica'', XIV, 19, 8</ref>
==Note==
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