Domenico di Sora: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Wento (discussione | contributi)
monte Caccume
Wento (discussione | contributi)
monte Caccume
Riga 50:
Una situazione simile a quella scannense si verificò anche nell'attuale [[Molise]], per le stesse ragioni politico-religiose, presso l'attuale [[San Pietro Avellana]], dove l'eremita fu richiamato da Borrello<ref>Alberico, ''op. cit.'', 61-62.</ref>, conte di Sangro, e quindi impegnato dal 981<ref>Taglienti A., ''op. cit.'', p. XX.</ref> nella costruzione di un monastero, contribuendo al ripristino della presenza stabile del clero e alla nuova evangelizzazione del Sannio volturnense, dove le strutture religiose erano ampiamente decadute a seguito delle invasioni saracene e della distruzione di [[San Vincenzo al Volturno]] del [[IX secolo]]. In quest'area in particolare la fondazione di Domenico ebbe carattere molto più localistico e feudale e si affiancò alle ricostruzioni volturnensi sostenute dal potere imperiale.<ref>Teemu Immonen, ''op. cit.'', p. 6.</ref> Fu primo abate tale Pietro.<ref>Alberico, ''ibidem''.</ref>
 
[[File:Certosa di Trisulti.jpg|250px|rightleft|thumb|La [[certosa di Trisulti]] oggi]]
 
====Domenico in Campania====
Le fonti tradizionali non dicono nulla sulle cause del viaggio di Domenico in Campania ed adducono come motivo della nuova missione l'ispirazione divina, arrivata per mezzo di una guida angelica<ref>«''Per revelationem profectus''». Alberico, ''op. cit.'', 63.</ref>. Il ''Comitatus Campaniae'' (così si chiava l'amministrazione feudale della [[Campagna di Roma]]) però, prima dell'arrivo del predicatore, era stato teatro di lotta, come lo era stato la [[Sabina]], tra i [[Crescenzi]] e i nobili locali, che detenevano il titolo di ''comes Campaniae''. Il contrasto nel 969 arrivò al punto che il conte di Campania, Roffredo I di Veroli si schierò con il ''praefectus Urbis'' Pietro, contro [[Papa Giovanni XIII|Giovanni XIII]], che favoriva i Crescenzi romani, riuscendo però sconfitto<ref>Roffredo I però inizialmente condusse la propria battaglia degnamente, riuscendo persino ad assediare il Papa per confinarlo poi nella stessa Veroli, ''ad fines Marsorum''. Marchetti Longhi G., ''La Ciociaria dal V all'XI secolo.'', in «''La Ciociaria. Storia, arte, costume''», Editalia, Roma 1972.</ref>. Così, benché le agiografie dimentichino completamente il contesto politico in cui operò il santo, risulta evidente la connessione tra la sua attività e la nobiltà romana: Domenico si insediò infatti proprio in quel tratto dei [[monti Ernici]] al confine tra il territorio di Veroli e la [[conti dei Marsi|Contea dei Marsi]], località che erano state teatro della capitolazione dei campanini ribelli a Giovanni XIII.