Ippia (tiranno): differenze tra le versioni

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==Biografia==
 
Succeduto al padre insieme al fratello, Ippia fu il vero detentore del potere sulla città [[Attica]]. Intervenne a favore dei [[Tessali]] contro i [[Beoti]] ed ebbe simpatie per i [[Persiani]]. Con l'assassinio del fratello [[Ipparco (figlio di Pisistrato)|Ipparco]] nel [[514 a.C.|514]]/[[513 a.C.]], inasprì la sua tirannide, risvegliando l'opposizione dell'aristocrazia.<ref>Pastorio, p. 56.</ref> Quando gli aristocratici ateniesi, capeggiati dalla famiglia degli [[Alcmeonidi]], insieme all'[[esercito]] [[Sparta|spartano]] (nonostante [[Sparta]] fosse amica della famiglia dei [[Pisistratidi]]) guidato da re [[Cleomene]], cacciarono via la [[tirannide]] dopo due tentativi, il primo con la sconfitta degli Spartiati e il secondo con la cacciata dei tiranni.<ref>Pastorio, pp. 56-57.</ref> Ippia si situò nell'[[Ellesponto]], in un suo possedimento, il [[Sigeo]],<ref>Pastorio, p. 57.</ref> dove esercitò il potere in condizione di [[vassallo]] del re di [[Persia]].
 
Quando nel [[490 a.C.]] [[Dario I di Persia|Dario]] invase la [[Grecia]], Ippia lo seguì e partecipò alla [[Battaglia di Maratona]], con la speranza di ristabilire il vecchio potere perduto. Forse caduto nello scontro, probabilmente non sopravvisse comunque a lungo da quell'evento.