Luigi Fornaciari: differenze tra le versioni

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Figlio di Angelo Fornaciari e di Rosaria Tognini, studiò [[grammatica]] e [[retorica]] nelle ''Scuole di San Frediano'', [[lingua greca|greco]] con l'erudito [[Cesare Lucchesini]] e [[giurisprudenza]], disciplina nella quale si laureò, trasferendosi a [[Roma]] nel [[1820]] per fare pratica nello studio di un [[avvocato]].
 
Tornato a Lucca nel [[1824]], fu incaricoincaricato nel liceo dell'insegnamento di belle lettere e di greco nel liceo, pubblicandosi sposò nel [[1825]] con Teresa Martinelli, dalla quale ebbe quattro figli, pubblicò nel [[1826]] un commento delle odi di [[Pindaro]] e nel [[1830]] gli ''Esempi di bello scrivere in prosa e in poesia'', un'antologia con la quale egli presentava agli studenti esempi letterari scelti secondo il gusto [[purismo|purista]].
 
NelLa [[1830]]necessità ebbedi guadagnare lo obbligarono a lasciare parzialmente l'incaricoinsegnamento - mantenne la sola cattedra di ''Presidentegreco nel liceo - per entrare nel 1830 in Rotamagistratura, prima giudice e poi presidente della rota criminale'' di Lucca. Nel [[1837]] fu avvocato regio e nel [[1845]] fu ancora primo ''Presidente in Rota criminale'' e ''Consigliere di Stato''.
 
Nel [[1847]] consigliò il [[Duca]] [[Carlo Ludovico di Borbone]] di concedere lo [[Statuto]] ai Lucchesi , mostrando allo stesso tempo le ''piaghe dello Stato'': perciò perse onori e stipendi. Ma il [[Granduca]] [[Leopoldo II di Toscana]] lo risollevò, dandogli l'incarico di ''Procuratore generale''. Il Fornaciari entrò poi nella ''Corte Regia'' di Lucca, a capo del ''criminale''.
 
Dopo essere divenuto Avvocatoavvocato Regioregio, ebbe l'occasione di sperimentare le cause dei [[delitto|delitti]], molti dei quali originati dalla miseria e da carenza di educazione, quindi nell'[[Accademia Lucchese]] compose e lesse ''Discorsi'' sulla povertà, per ottenere l'istituzione di [[asilo|asili]] infantili e aiuti per l'istruzione e la disciplina dei bisognosi. Divenne Scolarca dei Filomati di Lucca e presenziava regolarmente alle adunanze dell'Istituzione, come testimoniano gli Atti della Reale Accademia De' Filomati.
 
In occasione del suo funerale fu letta una orazione<ref>Orazione stampata, con alcune prose e poesie in lode del defunto, nel ''Supplemento al Tomo XVI degli Atti della R. Accademia lucchese ossia la Reale Accadeia dei Filomati, in morte di Luigi Fornaciari, Lucca, 1858''</ref> da [[Telesforo Bini]], incaricato dall'Accademia Reale lucchese.