Stati Uniti d'America nella crisi di Abadan: differenze tra le versioni

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Si può parlare di Stati Uniti nella crisi iraniana solo in relazione al contesto della [[Guerra Fredda]], nella logica dei due blocchi contrapposti L'America interviene in Iran nel 1953 per timore che il paese possa cadere sotto l'influenza sovietica. Altrimenti la crisi seguita alla nazionalizzazione del petrolio iraniano [[crisi di Abadan]] sarebbe rimasta confinata ad uno scontro tra Londra e Teheran nel quadro del declino dell'Impero britannico. In origine Washington anzi simpatizzava con la lotta della [[Persia]] per l'emancipazione economica dall'Impero britannico, ma cambia idea con il cambio di Presidente tra [[Truman]] ed [[Eisenhower]].[[File:465700356 7224b8bd14 o.gif|thumb|Mossadeq ed il Presidente Truman alla Casa Bianca. Ottobre 1952|right]]
 
== Introduzione ==
L’interesse americano per l’[[Iran]] non era di antica tradizione, si erano accorti dell’importanza dell’Iran le compagnie petrolifere già nel 1921 quando tentarono di ottenere una concessione da [[Teheran]] ma vennero ostacolate da [[Gran Bretagna]] e [[Russia]] in relazione agli [[compromesso anglo-russo|Accordo anglo-russo]] del 1907. [[File:465700356 7224b8bd14 o.gif|Thumb|Mossadeq ed il Presidente Truman. Ottobre 1952|right]]Gli americani arrivano in forze in Iran solo durante la seconda guerra mondiale, quando (1942) sostituiscono gli inglesi nella gestione logistica del c.d. [["corriodio persiano"]], la via di rifornimento di materiale bellico all'Unione Sovietica attraverso la Persia. Il [[Dipartimento di Stato]] riconobbe l’importanza dell’[[Iran]] ai fini dello sforzo bellico e dopo l’occupazione anglo-russa del Paese del 25 agosto 1941, gli USA si trovarono nelle condizioni di svolgere il ruolo di garante dell’indipendenza iraniana rispetto alla poco rassicurante politica imperialista di [[Mosca]] e [[Londra]]. Nel 1943 si tiene nella capitale persiana la [[Conferenza di Teheran]] tra [[Stalin]], [[Roosevelt]] e [[Churchill]], in cui si decide, tra l'altro, la ricustruzione economica e democratica del Paese a guerra finita <ref> K. Eubank, "Summit in Tehran", New York 1985</ref>. Fra il dicembre 1945 ed i primi mesi del 1946 di fronte al sostegno sovietico all’[[Azerbaijan ]] iraniano, le pressioni statunitensi e britanniche sul [[Cremlino]] furono risolutive, ma la situazione spaventò gli Usa rispetto ad un interesse sovietico nell’area <ref> R. Hess Gary, "The Iranian crisis in 1945-46 and the Cold War", In Political Science Quarterly 1974</ref>.
Nel dopoguerra, quando scoppia le questione petrolifera che contrappone l'[[Anglo-Irainan oil company|AIOC]] al governo di Teheran, Washington simpatizza con la Persia e cerca di trovare una soluzione di compromesso. Il perdurante blocco delle esportazioni di petrolio provoca in Iran una grave crisi economica e politica e la costante della politica statunitense in Iran diviene il timore che il Paese sia sull’orlo dell’abisso comunista. In piena [[guerra di Corea]], la convinzione che [[Mohammad Mossadeq|Mossadeq]] possa aprire le porte alla penetrazione sovietica in Medio Oriente convince l'America ad accettare la richiesta britannica di intrevenire. La crisi iraniana è una tappa fondamentale nel drastico ridimensionamento della potenza britannica, non più in grado di esercitare un ruolo globale dopo la dispendiosa vittoria nel secondo conflitto mondiale<ref>A. Fontaine, "Storia della Guerra Fredda", Milano 1968</ref>.[[File:Mossadegh US09.jpg|thumb|Mossadeq con l'inviato americano McGhee|right]]
 
 
== La nazionalizzazione dell'industria petrolifera==
La nazionalizzazione del 1951 si fondava sul rifiuto persiano di continuare a ricevere le briciole del lauto pasto che la [[Anglo-Iranian Oil Company]] consumava nel Paese fin dal 1908<ref> La prima conmcessione petrolifera iraniana é del 1901. Nel 1908 fu effetivamente trovato il petrolio a Masjed e Suleiman. La concessione AIOC del 1901 fu rinnovato una prima volta nel 1933 dallo Shah Reza Pahalavi</ref>. A fronte delle crescenti proteste della popolazione e del Parlamento iraniani, la AIOC non voleva concedere la suddivisione dei profitti petroiferi al 50/50 e le condizioni che gli altri paesi produttori di petrolio della regione avavano ttenutotenuto dalle societá americane <ref> D. Yergin, "il Premio, l'epica storia della corsa al petrolio", Milano 1996 </ref>. Dopo l'assassinio del Primo Ministro Razmara, favorevole al rinnovo della concessione, da parte di un fanatico, il Parlamneto persiano elesse Primo Ministro [[Mohammad Mossadeq]] che nazionalizzò immediatamente l'AIOC creando la [[Anglo-Iranian Oil company|National Iranian Oil Company]]. La reazione di Londra fu molto dura ed é alla base della [[crisi di Abadan]].
Di fronte a questi avvenimenti, gli Usa si mossero per una serie di intenti: trovare una soluzione diplomatica attraverso le Nazioni Unite, non far cadere il Paese in mano ai sovietici, collaborare con i britannici, rafforzare i legami con Teheran.
Le incomprensioni tra Londra e Washington si fecero sentire su molti punti e a causa di alcune personalità americane, come [[George McGhee]] ( [[Segretario di Stato]] aggiunto per il [[Medio Oriente]]). La sua linea politica si fondava sul presupposto che non era più possibile governare il mondo del petrolio con criteri coloniali e che non si poteva negare ad uno Stato sovrano il diritto di nazionalizzare un’attività economica condotta sul suo territorio. In un discorso del 17 aprile McGhee definì come inevitabili l’iranizzazione della compagnia, la suddivisione dei profitti al 50/50 e la creazione di un’azienda iraniana che si occupasse della distribuzione dei prodotti petroliferi sul mercato interno.
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== Le paure USA ==
Purtroppo gli Inglesi erano partiti con l’idea di negoziare lo [[status di Dominion]] per l’Iran e di salvare il salvabile del loro controllo sulla produzione petrolifera iraniana, ma in questo modo chiusero le porte al negoziato e il clima di totale incomprensione portò al ritiro dei tecnici britannici dai campi petroliferi e dalle raffinerie con un evidente inasprimento della controversia. [[File:TudehDemonstration1953.jpg|thumb|Dimostrazioni del Tudeh a Teheran|right]] Gli Usa rimasero molto spaventati dall’idea di un'avanzata russa verso l’Iran per una serie di preoccupazioni ben esposte da [[Lovett]]: vuoto nell’approvvigionamento petrolifero occidentale, espansione dell’[[Impero sovietico]] fino al [[Golfo Persico]], la caduta dell’[[Afghanistan]] nella rete comunista, l’impossibilità di difendere la [[Turchia]], l’apertura di una breccia nella [[dottrina Truman]], la possibilità che [[Mosca]] utilizzasse l’Iran come trampolino di lancio verso il [[Medio Oriente]], il [[Mediterraneo Orientale]] e il [[canale di Suez]]. Per tutti questi motivi era essenziale mantenere l'orientamento dell'Iran verso gli USA e il mantenere la posizione britannica in M.O. al di là degli interessi petroliferi nella Regione. Vi era inoltre un altro pericolo grave ossia il Partito Comunista Iraniano, il Tudeh, il quale secondo l'ambasciatore americano a Teheran, Henderson, veniva ampiamente sottovalutato dall'opinione pubblica e dal Fronte Nazionale di [[Mossadeq]] convinto di poter controllare tranquillamente i comunisti locali. Per gli americani essi non capivano che in realtà una volta portata a compimento la crociata antibritannica a fianco del partito di Governo, il Tudeh avrebbe eliminato la concorrenza asservendo la Persia agli interessi di Mosca.
[[Mohammad_Mossadeq|Mossadeq]] giunse negli [[Stati Uniti d'America|USA]] per discutere la [[crisi di Abadan]] al [[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite]] di New York e si recò anche a Washington colloqui con [[Truman]], [[Acheson]], [[McGhee]] e [[Nitze]], cosa che irritò non poco in nuovo governo conservatore britannico guidato da Wiston Churchill<ref> M. Gilbert, "Churchill and America", Londra 2005</ref>.
 
==L'intervento americano==
Per arrestare il degrado dell’economia persiana il Dipartimento di Stato americano valutò due opzioni di intervento:
-la prima, consistente nel soddisfare le ripetute richieste di prestiti, destò la più viva preoccupazione dei britannici, perché la concessione di crediti a Teheran avrebbe sancito il sostanziale avallo di [[Washington]] alla politica iraniana che aveva calpestato gli interessi del Regno Unito.[[File:Operationajax.jpg|thumb|Carri armati per le vie di Teheran durante il colpo di Stato|right]]
-Il secondo tentativo prese le forme di una proposta di soluzione negoziale del contenzioso anglo-iraniano. Troppo frettolosa, essa non venne presa in considerazione.
Nel corso del 1952 gli Usa non furono in grado di promuovere alcuna iniziativa negoziale e si prese di nuovo in considerazione l’idea di prendere in mano la situazione senza tener conto dell'Inghilterra.