Stati Uniti d'America nella crisi di Abadan: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 27:
Si cercò una nuova risoluzione negoziale trattando col leader nazionalista proponendo un arbitrato internazionale rafforzato da un messaggio congiunto di Truman e Churchill. L’iniziativa fallì perché [[Mohammad_Mossadeq|Mossadeq]] non poteva accettare un allineamento anglo-americano criticato dall’opinione pubblica iraniana <ref> M. Gasiorowski, "Mohammad Mossadeq and the 1953 coup in Iran" Syracuse 2004</ref>.
 
Visto che non si facevano passi in avanti il [[National Security Council]] decise di non mettere più in secondo piano le esigenze britanniche e dopo le elezioni presidenziali dell’autunno 1952 gli Usa si votarono ad una nuova politica interventista <ref> S. Kinzer, "All the Shah's men An America Coup at the roots of Middle East Terror", Hoboken 2003</ref>. Churchill premeva per far cadere Mossadeq e sostituirlo con un Primo Ministro più conciliante, ma quando Mohammed Mossadeq esplulse l'ambasciata britannica (ottobre 1952) Londra non fu più in grado di agire direttamente nel paese e chiese l'aiuto degli Stati Uniti. Si decise allora con la CIA di aiutare un mutamento politico in Iran ([[operazione Ajax]]). Il colpo di Stato mirato portò al Governo [[Zahedi]] un filo- occidentale che salì al potere grazie anche ad una manipolazione dell’informazione nel Paese. La caduta di Mossadeq si deve peraltro anche a motivazioni politiche interne iranane ed in particolare alla rottura del [[Fronte Popolare]] l'alleanza politica che l'aveva portato al potere nel 1951. Con la sua politica riformista, modernizzatrice e populista Mossadeq era diventato inviso al clero sciita militante, guidato allora dall'Ayatollah [[Kashani]]<ref> S.Beltrame, "Mossadeq. L'Iran, il petrolio, gli Stati Uniti e le radici della Rivoluzine Islamica" 92009(2009)</ref> . Il potere tornerà allo shah [[Mohammad Reza Pahlavi]], che rientra dall'esilio a Roma. Il Monarca perderà il trono, anche a causa di questo nel colpo di stato, alla fine degli anni Settanta con lo scoppio della [[Rivoluzione Islamica]].
Anche dopo la caduta di Mossadeq, l'Iran non revocó peraltro la nazionalizzazione del petrolio. Per poter far ritornare il greggio iraniano sui mercati fu allora costituito un "Consorzio per l'Iran" incaricato di acquistare la prosuzione della NIOC. Il Consorzio era formato dalla stessa AICO (dal 1954 [[British Petroleum]]), dalle quattro compagnie americane dell'[[ARAMCO]] ([[Esso]]/[[Exxon]], [[Texaco]], [[Chevron]] e [[Mobil]]), dalla [[Gulf Oil]] e dalla [[Shell]]. [[Enrico Mattei]] chiede che anche l'[[AGIP]] potesse entrare nel consorzio ma ebbe un rifiuto da quelle che definirá [[ "le sette sorelle"]] del petrolio.
 
==Note==