Torii: differenze tra le versioni

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[[File:Itsukushima torii angle.jpg|thumbnail|300px|Il famoso ''torii'' "galleggiante" del [[santuario di Itsukushima]]]]
 
 
[[File:AsakusaShrine1439.jpg|thumbnail|300px|''Torii'' all'ingresso del [[santuario di Asakusa]], [[Tokyo]]]]
Un {{nihongo|'''torii'''|鳥居}} è il tradizionale portale d'accesso [[Giappone|giapponese]] che porta ad un [[jinja]] (santuario [[Shintoismo|shintoista]]) o, più semplicemente, ad un'area sacra. La sua struttura elementare è formata da due [[Colonna|colonne]] di supporto verticali e un palo orizzontale sulla cima e frequentemente viene dipinto in colore [[vermiglio]]. Tradizionalmente sono fatti di [[Pietra (materiale)|pietra]] o [[legno]], ma in tempi recenti i costruttori hanno iniziato ad usare anche l'[[acciaio]] o il [[Calcestruzzo armato|cemento armato]]. Generalmente i ''torii'' si trovano a gruppi di tre, ma fuori dai templi o dai luoghi di culto non manca mai. Il numero è tuttavia variabile. Ad esempio, i santuari dedicati al dio [[Inari (mitologia)|Inari]] possiedono tipicamente molti ''torii'', mentre il [[santuario]] di [[Fushimi Inari-taisha]] a [[Kyoto]] possiede addirittura migliaia di ''torii''.
La loro costante presenza nello shintoismo è dovuta al fatto che il passaggio sotto di esso è considerato una prima forma di purificazione, poi completata con le [[Abluzione|abluzioni rituali]] nelle immediate vicinanze del santuario. Le credenze popolari tendono ad identificarlo semplicemente come un simbolo di fortuna e prosperità. Per questo è costume che una persona che ha ottenuto successo negli affari doni un ''torii'' come segno di gratitudine agli dèi.
 
== Origine ==
[[File:AsakusaShrine1439.jpg|thumb|left|''Torii'' all'ingresso del [[santuario di Asakusa]], [[Tokyo]]]]L'origine di queste costruzioni, da sempre caratteristiche del paesaggio giapponese, è incerta. Sebbene strutture simili si possano trovare in molte altre zone dell'[[Asia]], come in [[India]] (i ''torana'' dell'architettura [[buddhismo|buddista]] e [[induismo|induista]]), in [[Cina]] (''p'ai-lou''), in [[Corea]] (''hong-sal mun''), in [[Thailandia]], in [[Nepal]] e altrove, la ragione e le circostanze per cui questi portali siano stati importati anche nell'Arcipelago non sono conosciute.
 
Secondo una versione dei miti di [[Amaterasu]] (la dea del [[Sole]]), quando questa si rinchiuse in una [[caverna]] per sfuggire al pestifero fratello [[Susanoo]], causando un'[[eclissi]], le persone, timorose di non rivedere più la luce del Sole, misero su un grosso trespolo di legno per uccelli tutti i galli della città. Il loro continuo cantare la incuriosì e la indusse a sbirciare fuori dalla caverna. Approfittando del varco apertosi, uno degli dèi aprì completamente l'ingresso, spingendo via la roccia e permettendo alla luce del Sole di illuminare ancora la Terra. Quel trespolo divenne il primo ''torii''.