Operazioni in Val Vestino (1510-1517): differenze tra le versioni

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All'apice della sua potenza, Venezia schierava un esercito di 40.000 uomini in armi, dei quali due terzi erano fanti e un terzo cavalieri supportati da una potente artiglieria, inoltre controllava gran parte delle coste dell'[[Adriatico]], molte delle isole dell'[[Mar Egeo|Egeo]], inclusa [[Creta]], e tra le principali forze commerciali nel Medio oriente. Il territorio della Repubblica nella penisola italica si estendeva fino al [[Lago di Garda]] confinando appunto con la [[Valvestino]], al fiume [[Adda]] ed anche a [[Ravenna]], da cui riusciva ad influenzare la politica delle città della [[Romagna]], ad esempio appoggiando, nel [[1466]], la presa di potere di [[Pino III Ordelaffi]] a [[Forlì]], città su cui, però, [[Venezia]] non riuscì mai ad avere un dominio diretto.
 
Nel [[1508]] i contrasti con il papa nel controllo delledella Romagne[[Romagna]] portarono alla [[Lega di Cambrai]], un'alleanza contro Venezia stretta tra il pontefice [[Giulio II]], il re Luigi XII di Francia, l'imperatore [[Massimiliano I del Sacro Romano Impero]] e re [[Ferdinando II d'Aragona]]. Ad [[Agnadello]] nel cremonese, il 14 maggio 1509, i veneziani condotti da [[Bartolomeo d'Alviano]] furono duramente sconfitti dai francesi. Il predominio francese sul nord Italia conseguente alla battaglia fu però sentito come una minaccia da Giulio II, che siglò la pace con i veneziani dopo la loro "umile sottomissione". Nel 1511 Venezia entrò, con Inghilterra, Spagna ed Impero nella [[Lega Santa]] promossa dal pontefice guerriero contro la Francia.
 
==La compagnia di ventura dei Brisighelli==