Pala di San Cassiano: differenze tra le versioni

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Della grande pala d'altare, una [[sacra conversazione]], restano oggi solo la Vergine sul trono rialzato e quattro santi a mezzo busto: [[san Nicola di Bari]], [[santa Maria Maddalena]], [[santa Lucia]] e [[san Domenico]]. In origine ve ne erano quattro per parte, tra cui [[san Giorgio]] e [[san Sebastiano]].
 
Derivata pare da un'altra pala d'altare di [[Giovanni Bellini]] nella [[Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Venezia)|chiesa dei Santi Giovanni e Paolo]] (perduta ma nota da capiecopie grafiche), l'opera era caratterizzata però da un maggior respiro compositivo, calibrato con grande cura, con i santi meno serrati e disposti a semicerchio attorno all'alto seggio della Vergine, inserito a sua volta in una sobria ambientazione architettonica. Si creava così un andamento di tipo piramidale in cui le figure appaiono perfettamente a loro agio con grande naturalezza. La novità più stupefacente era data però dagli effetti atmosferici creati dalla luce, che unificano l'opera con toni caldi e rendono più naturale la rappresentazione: il lume dorato inonda le figure, e restituiscerestiendo con scioltezza i vari dettagli e i rapporti spaziali tra le figure.
 
Accanto a una sintesi geometrica di alcui brani, come il corpo della Vergine, si incontrano virtuosismi prospettici, come il volto della Vergine e il libro con tre palle d'oro retto da san Nicola (allusione all'episodio in cui le regalò a tre fanciulle povere perché avessero la dote per sposarsi), e si sposano inoltre con sottigliezze ottiche della [[pittura fiamminga]].