Etologia umana: differenze tra le versioni
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Su queste stesse basi [[Konrad Lorenz]], il padre dell'[[etologia]], dimostra l'esistenza di comportamenti sociali complessi in molti animali, cosa fino a quell'epoca impensabile, postulando nel celebre saggio ''[[L'anello di Re Salomone]]'' una sorta di adattamento del pensiero di [[Thomas Hobbes]] ("Il Leviatano") in chiave evoluzionistica: Lo stato di natura (il comportamento umano in chiave etologica) crea contrasti con il suo vivere sociale (culturale e non naturale).
L'uomo contemporaneo, ridotto com'è "ad una dimensione" ([[Herbert Marcuse]]) non può che trarre giovamento dall'esplorazione del mondo misterioso di un suo vecchio compagno, il cane, che è l'unico tra i mammiferi che abbia imparato "a vivere realmente con noi e non semplicemente accanto a noi" ([[Irenäus Eibl-Eibesfeldt]]).
A partire dagli [[anni 1960|anni
L'etologia umana parte dal presupposto che il [[DNA]] sia un ricettacolo filogenetico di ciò che sono stati e di come si sono comportati i nostri ascendenti, il che ha in qualche modo modellato il carattere dei comportameanti della discendenza. Tali comportamenti sono ovviamente cambiati nel passaggio da una specie a un'altra più evoluta, ma resta un tracciato comune (una sorta di memoria primordiale) delle cause per i quali sono avvenute le modificazioni strutturali, e quindi comportamentali. Queste “mutazioni” che riguardano i comportamenti della specie e poi individuali influenzano (e costituiscono al tempo stesso) la cultura umana; la [[socialità]] o la [[antisocialità]], la [[mitezza]] o la [[aggressività]], ecc. sono il frutto sia dell'evoluzione bioogica che di quella culturale.
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