Stereotomia: differenze tra le versioni

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[[File:Galerie Philibert Delorme (le puits).JPG|thumb|230px|[[Philibert de l'Orme|Philibert Delorme]], Particolare del palazzo Bouilloud]]
Tecniche stereotomiche furono utilizzate in antichità, in particolare in Egitto dove sono stati ritrovati blocchi lapidei con impressi reticoli finalizzati all'esatta definizione della geometria dell'elemento costruttivo.
In Grecia, pur in un'ambiente di avanzata cultura geometrica, l'utilizzo di strutture esclusivamente [[trilite|trilitiche]] non portò particolari ricerche relative alla definizione geometrica deidegli blocchielementi lapidei: la forma veniva tracciata al vero sui blocchi, tenendo comunque conto di raffinate modulazioni e correzioni ottiche.
Le tecniche costruttive romane prevedevano strutture voltate complesse, ma quasi sempre risolte con l'uso di laterizi e calcestruzzo.
 
Tecniche raffinate di stereotomia vennero invece utilizzate nel medioevo, sia durante il periodo [[architettura romanica|romanico]] che quello [[architettura gotica|gotico]], soprattutto in Francia e se ne ritrva traccia nell'opera di [[Villard de Honnecourt]].
 
La prima trattazione teorica della stereotomia avviene in alcuni trattati di architettura, quasi tutti francesi, a partire dalla seconda metà del XVI secolo. Uno dei primi è il trattato, edito nel 1561, di [[Philibert de l'Orme]] che che propone un sistema strereotomico basato sui "''traits''", cioè su sezioni e che lascerà esempi di virtuosismo progettuale, tra cui la famosa ''trompe'' nel [[castello di Anet]].
 
In seguito tratteranno della scienza della ''coupe de pierres'' [[Girard Desargues]], [[Abraham Bosse]], [[Philippe de La Hire]] e [[Amédée François Frézier]] che all'inizio del XVIII secolo, codifica complessivamente i sistemi della stereotomia.
Lo stretto legame tra tali ricerche teoriche e lo sviluppo delle proiezioni ortogonali e dello studio delle coniche codificate nel [[metodo di Monge]], ha portato a dire che la nascita della [[geometria descrittiva]] sia stata determinata dallo studio della stereotomia.<ref>Perouse de Monclos, ''L'architecture à la francaise'', 1982.</ref>
In tal modo nel XVIII secolo la stereotomia raggiunse il suo culmine teorico e pratico e si rese possibile realizzare strutture con conci di forme sempre più complesse da assemblare con estrema precisione, per esempio per la costruzione di ponti, proprio nel momento in cui la costruzione in pietra stava per essere abbandonata e sostituita dalle tecnologie costruttive moderne.