Missione Arcobaleno: differenze tra le versioni

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Il contributo delle ONG, come risulta dal Dossier della Protezione Civile, è stato enorme e andava dalla gestione completa di alcuni campi (come nel caso di alcune grandi associazioni, Confederazione Nazionale delle Misericordie e ANPAS) ad un supporto più settoriale, limitato ad alcune specifiche competenze, prestato da associazioni di più modeste dimensioni. Menzione a parte meritano tre ONG da tempo impegnate nei Balcani (Intersos, Avsi e Cesvi) le quali, in base ad un protocollo d'intesa sottoscritto il 2 Agosto con il Dipartimento della Protezione Civile ed il Commissario delegato per la Gestione dei fondi privati della sottoscrizione Arcobaleno (Prof. Vitale), si sono prodigate in operazioni di catalogazione e revisione dei container stoccati nel Porto di Bari, nel momento in cui venivano chiusi i Centri di assistenza e si doveva decidere sul futuro impiego e/o allocazione delle risorse in eccedenza.
 
Per quanto riguarda le Regioni e gli altri enti statali decentrati, la Missione Arcobaleno ha costituito la prima loro partecipazione ad un intervento coordinato di protezione civile5civile. 16 Regioni, 2 Provincie (Trento e Modena) ed il Comune di Milano hanno fornito in totale 2.419 personale volontario e 1.170 personale impiegato.
 
A questa prima fase di relief doveva poi seguire una "seconda fase" di ricostruzione in Albania che avrebbe avuto come beneficiari sia gli stessi cossovari che le popolazioni locali albanesi. Questo programma "post-emergenza" si basava su due punti: 1) riqualificazione di strutture abitative e servizi connessi (acqua, luce, trasporti, ecc.) destinati ai profughi, ai quali si garantivano cure sanitarie e generi alimentari per la durata di un anno; 2)riqualificazione e potenziamento a livello nazionale dei servizi essenziali (acqua, elettricità, servizi sanitari e municipali).
 
==Lo scandalo==