Élie Decazes: differenze tra le versioni

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Élie Decazes nacque a [[Saint-Martin-de-Laye]], nel [[Dipartimenti francesi|dipartimento]] della [[Gironda]], nella [[regioni francesi|regione]] dell'[[Aquitania]], in [[Francia]]. Studiò [[legge]], diventò un giudice nel tribunale del [[Senna (dipartimento francese)|dipartimento della Senna]] nel [[1806]], fu assegnato al consiglio di gabinetto di [[Luigi Bonaparte]] nel [[1807]], e divenne consulente legale della [[corte d'appello]] a [[Parigi]] nel [[1811]].
 
Subito dopo la caduta dell'impero si dichiarò [[Legittimismo|legittimista]], e rimase fedele alla dinastia dei [[Borbone|Borboni]] durante i [[Cento Giorni]]. In quel periodo ncontròincontrò re [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]], da cui venne ricompensato con la nomina a [[prefetto di polizia]] a Parigi, il [[9 luglio]] [[1815]]. I suoi successi in quella difficile posizione gli valsero il ministero della Polizia, il [[24 settembre]], succedendo a [[Joseph Fouché]].
 
Essendo stato nel frattempo eletto deputato nel dipartimento della Senna, guidò i realisti moderati sia come deputato che come ministro. Il suo motto era "Legittimare la Francia e nazionalizzare la monarchia". I moderati erano in minoranza nella camera del [[1815]], ma Decazes persuadette Luigi XVIII a scioglierla, e alle elezioni di ottobre del [[1816]] la sua fazione conquistò la maggioranza. Nei quattro anni successivi Decazes fu chiamato a ricoprire un ruolo da protagonista nel governo.
 
=== Ministro di polizia ===
Come ministro di polizia, dovette reprimere il [[Terrore bianco]], le violenze provocate dagli [[Ultrarealista|ultrarealisti]] contro liberali, repubblicani e bonapartisti; dopo le dimissioni del [[Armand Emmanuel de Vignerot du Plessis de Richelieu|Duca di Richelieu]], prese ''de facto'' il comando del ministero, il cui presidente "formale" era il [[Jean Joseph Dessolles|generale Dessolles]]. Decazes copriva contemporaneamente anche l'incarico di ministro degli Interni. Il governo, nel quale il barone [[Joseph-Dominique Louis]] era ministro delle Finanze, e [[Laurent de Gouvion-Saint Cyr]] rimaneva ministro della Guerra, era interamente formato da liberali moderati; il suo primo atto fu di sopprimere il ministero di polizia, poiché Decazes lo riteneva incompatibile col regime di libertà. Le sue riforme si scontrarono contro l'aperta ostilità della [[Parìa di Francia|Camera dei pari]], dove gli ''ultras'' erano in maggioranza, e per superare l'''impasse'' ottenne dal re l'assegnazione di sessanta nuovi Parì liberali.
 
Successivamente si dedicò alla riforma della stampa, eliminando la censura. Con la riorganizzazione delle finanze, la protezione delle industrie e la messa in cantiere di importanti lavori pubblici, la Francia riguadagnò la sua prosperità economica, e il ministro diventò popolare. Ma le potenze della [[Santa Alleanza]] non vedevano di buon occhio la crescita del liberalismo in Francia. [[Klemens von Metternich|Metternich]] in particolare ascriveva le colpe di questo principalmente alla "debolezza" del ministro, e quando nel [[1819]] le elezioni politiche confermarono la tendenza, in particolare con l'elezione dell'abbé [[Henri Grégoire|abbé Grégoire]], si creò un dibattito se fosse arrivato il momento di mettere in pratica i termini degli accordi del [[Congresso di Aquisgrana (1818)|Congresso di Aquisgrana]]. Fu questa minaccia di interventi esterni, più che il clamore degli [[Ultrarealista|Ultras]], che spinsero Luigi XVIII a richiedere un cambiamento nella legge elettorale, che rendesse impossibile nel futuro uno "scandalo" come l'elezione di Grégoire.
 
=== Primo ministro ===