Fotoresist: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: solo categorie nascoste -> categorizzare
Stemby (discussione | contributi)
mNessun oggetto della modifica
Riga 15:
 
 
Il '''photoresist''' è usato in [[elettronica]] e nel campo delle nanotecnologie per la produzione di microchip e sistemi MEMS/MOEMS . È oltrettuttooltretutto anche utilizzato per predisporre le basette ramate alla [[fotoincisione]], molto usata per la produzione di [[circuiti stampati]].
 
Il photoresist ha la proprietà di poter essere "sciolto" facilmente dalla [[soda caustica]] nel caso venga impressionato dai [[Raggi ultravioletti|raggi UV-A]]; inoltre è molto resistente alla corrosione da parte del [[cloruro ferrico]] se non impressionato (e quindi non sciolto dalla soda caustica).
Riga 21:
Il comune photoresist viene venduto in bombolette, in modo da poterlo spruzzare sulla basetta ramata; una volta spruzzato in modo uniforme va messo a riposare a bassa temperatura.
 
Quanto sopra si applica alla produzione casalinga di circuiti stampati, mentre nella produzione industriale si è passati dal deposito del photoresist sul rame tramite serigrafia (in questo caso il photoresist aveva forma di inchiostro liquido serigrafico, e non c'erano le operazioni di fotoimpressione e sviluppo) alle moderne tecnologie di photoresist sotto forma di film in rullo, che viene appoggiato sulla basetta di rame e pressato a caldo, formando un film perfettamente uniforme e aderente alla basetta. Il film viene poi impressionato fotograficamente ed inviato al successivo sviluppo, utilizzando una soluzione acquosa fortemente alcalina. Sino a pochi anni fa la soluzione era invece a base di solvente. La piastra sviluppata viene così inviata al bagno di incisione (cloruro ferrico).
alle moderne tecnologie di photoresist sotto forma di film in rullo, che viene appoggiato sulla basetta di rame e pressato a caldo, formando un film perfettamente uniforme e aderente alla basetta. Il film viene poi impressionato fotograficamente ed inviato al successivo sviluppo, utilizzando una soluzione acquosa fortemente alcalina. Sino a pochi anni fa la soluzione era invece a base di solvente.
la piastra sviluppata viene così inviata al bagno di incisione (cloruro ferrico)
Questa tecnologia, sviluppata dalla Du Pont de Nemours circa 20 anni fa con il film di photoresist 'RISTON' è ora di
uso comune e non più legata ai prodotti Du Pont. I film attuali sono di colore verde e dal caratteristico odore dolciastro, che ricorda il cioccolato.
 
Questa tecnologia, sviluppata dalla Du Pont de Nemours circa 20 anni fa con il film di photoresist 'RISTON' è ora di uso comune e non più legata ai prodotti Du Pont. I film attuali sono di colore verde e dal caratteristico odore dolciastro, che ricorda il cioccolato.
Oggi si ottengono perfette incisioni anche di piste sottilissime, dell ordine di pochi micron come quelle utilizzate
nei circuiti stampati multistrato degli elaboratori elettronici.
 
Oggi si ottengono perfette incisioni anche di piste sottilissime, dell 'ordine di pochi micron, come quelle utilizzate nei circuiti stampati multistrato degli elaboratori elettronici.
Si possono ottenere circuiti stampati flessibili, come quelli utilizzati nel [[quadro strumenti]] delle autovetture o nelle moderne macchine fotografiche digitali, nelle stampanti, nei notebook e nei display lcd
 
Si possono ottenere circuiti stampati flessibili, come quelli utilizzati nel [[quadro strumenti]] delle autovetture o nelle moderne macchine fotografiche digitali, nelle stampanti, nei notebook e nei display lcd.
==Photoresist in Italia==
 
== Photoresist in Italia ==
La produzione di circuiti stampati in Italia è drasticamente diminuita tra il [[1990]] e il [[2000]], visto che le grandi produzioni si sono spostate nell'estremo oriente.
 
Le maggiori aziende che producevano in Italia con il sistema del photoresist erano la 'Zincocelere' nel torinese, la 'Italtel' di Settimo Milanese e L'Aquila, la 'Alcatel' a Frosinone e la 'Ericcson Fatme' a Pagani (SA), ora tutte chiuse.
 
Restano in Italia alcune produzioni di minor scala ma molto più specializzate e di valore, con una trentina di eccellenti aziende attive su tutto il territorio nazionale (che non possono essere nominate, essendo in attività ad oggi).
 
{{Portale|chimica}}