Abbazia di San Michele Arcangelo a Marturi: differenze tra le versioni

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==Storia==
Posta in posizione strategica su un rilevo a sud di Poggibonsi a controllo della [[via Francigena]], era già esistente nel [[972]] quando risulta sotto il diretto controllo dei [[Sovrani di Toscana|Marchesi di Toscana]]. È molto probabile che siano stati gli stessi signori di Toscana a donare il terreno e poi a far costruire l'abbazia. Poco dopo la fondazione però versava già in gravi condizioni tanto che nel [[997]] dovette essere rifondata e riorganizzata da [[San Bononio]]; nel [[998]] ricevette una ricchissima donazione da parte del conte [[Ugo di Toscana]], donazione che comprendeva tutto il castello di Martùri, le chiese di Sant'Ansano a Galognano, San Benedetto e Santa Croce a Martùri, la chiesa di Albagnano, la chiesa di San Martino a Luco, la [[chiesa di San Donato a Lucardo]], di San Fabiano a Tenzano, di San Pietro a Cignano e in più qualche centinaio di terre e tutti i diritti sugli uomini che le abitavano. Dopo questa donazione la badia era diventata uno dei capisaldi per il controllo del territorio della media Val d'Elsa.
 
All'inizio del [[XI secolo]] i monaci vennero cacciati dal marchese [[Bonifacio III di Toscana|Bonifacio III]] che si sostituì all'abate e si appropriò di tutti i possedimenti e degli stessi edifici abbaziali dove si ritirò a vivere circondato da concubine e schiavi. Dopo la morte di Bonifacio, il nuovo [[Ranieri di Toscana|marchese di Toscana Ranieri]] restituì la badia ai monaci che il [[3 febbraio]] [[1061]] guidati dall'abate Bononio ripreso il possesso di una parte del cenobio.