Vincenzo Rabito: differenze tra le versioni

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{{Quote|Un testo unico, un caso di scrittura singolare, un documento straordinario|[[Vincenzo Consolo]]<ref name="Indice">Dalla recensione dell'[[L'indice dei libri del mese|Indice dei libri del mese]]</ref>}}
 
Risale proprio agli anni sessanta, epoca di quel suo tranquillo approdo esistenziale, la decisione di munirsi di una vecchia [[macchina da scrivere]] [[Olivetti]]: Rabìto avverte l'impulso, lui praticamente analfabeta, di mettere su carta la sua storia tormentata. Dal 1968 al 1975, chiuso a chiave in una stanza, all'insaputa di tutti, per 7 interi anni, ingaggia un'impari battaglia contro l'oblio, contro l' arnese con cui scrive e contro il suo stesso [[analfabetismo]]: ogni giorno, con enorme solitario sforzo, una dopo l'altra, riempie le 1027 pagine che racchiuderanno il ricordo della sua vita «maletratata e molto travagliata e molto desprezata», il procedere di un'esistenza che lui, come un supplizio di [[Sisifo]], paragona allo sforzo immane di una «[[tartaruga|tartaruca]], che stava arrevanto al traquardo e all'ultimo scalone cascavo».
 
La testimonianza della sua tormentata esistenza si trova così depositata in un monumentale dattiloscritto, quasi indecifrabile, di un migliaio di fittissime cartelle, prive di margine e a interlinea zero, in cui ciascuna parola è inspiegabilmente accompagnata da un [[punto e virgola]], una punteggiatura ipertrofica che scandisce lo scritto a renderne ancor più ostica la lettura<ref name="MotivazionePremio">[http://www.evelinasantangelo.it/interne/ps_terramatta_02.html Motivazione] del Premio Pieve - [[Banca Toscana]], dal sito di [[Evelina Santangelo]].</ref><ref name="Dattiloscritto">[http://www.evelinasantangelo.it/interne/ps_terramatta_01.html Prima pagina] del dattiloscritto originale, dal sito di [[Evelina Santangelo]].</ref>.