Culto religioso nell'antica polis reggina: differenze tra le versioni

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== Culto di Artemide ==
[[File:Artemis.png|thumb|200px150px|right|Artemide]]
Il culto di [[Artemide]], dea della caccia, era vivo a Reggio col nome di Artemis Phakelitis (da phakelon, fasci di sarmenti, vegetali delle paludi). Il culto di Artemide è strettamente collegato a quello del fratello divino, Apollo, e alla tradizione stessa della fondazione della città. [[Strabone]] narra che a fondare la città furono un gruppo di calcidesi insieme ad alcuni Messeni che erano stati allontanati dalla madrepatria perchè avevano preso le difese di Spartani che avevano attaccato loro concittadini colpevoli di aver abusato un gruppo di fanciulle spartane che si stavano recando a compiere sacrifici nel tempio di Artemis Limnatis, al confine tra [[Messenia]] e [[Laconia]]. Apollo, mediante l'oracolo di Delfi, aveva ordinato ai profughi messeni di portare i calcidesi a Reggio e di ringraziare Artemide così sarebbero scampati alla rovina della loro patria che doveva essere, di lì a poco, conquistata dagli [[Spartani]]. [[Tucidide]]<ref> cfr VI 44, 2-3</ref> menziona a Rhegion la presenza di un santuario di Artemide situato al di fuori delle mura della polis. Il tempio di Artemide, prossimo alla tomba dell’ecista mitico della città, Iokastos, era allocato alla base del Promontorio Artemisio, divenuto poi Punta Calamizzi. Quel promontorio era la fonte della ricchezza di Reggio, perché proteggeva il porto della città dai venti dei quadranti meridionali, pericolosi per la navigazione nello Stretto. Situato a sud della città, ospitava, in periodo bizantino, il monastero di San Nicola di Calamizzi e la chiesa di San Giorgio Drakoniaratis<ref>[http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=2736]Fonte</ref>.