Ritorno di Giuditta a Betulia: differenze tra le versioni

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==Storia==
[[file:Sandro Botticelli, storie di giuditta 01 480.jpg|thumb|left|200px|''[[Scoperta del cadavere di Oloferne]]'']]
Il dittico, datato in genere al [[1472]], è ricordato da [[Vincenzo Borghini]] come donato da [[Rodolfo Sirigatti]] a [[Bianca Cappello]]. Con la morte di quest'ultima passò nelle collezioni del figlio [[Don Antonio de' Medici]], che lo conservava nel suo [[Casino di San Marco]] in [[via Larga]]. Nel [[1633]] finì nelle collezioni granducali dei futuri Uffizi.
 
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==Descrizione e stile==
[[file:Sandro Botticelli, storie di giuditta 01 480.jpg|thumb|left|200px|''[[Scoperta del cadavere di Oloferne]]'']]
Le due opere sono tra le prime scene narrative conosciute di Botticelli e mostrano una notevole abilità nel descrivere gli avvenimenti con il ricorso sicuro ad elementi essenziali. [[Giuditta (Bibbia)|Giuditta]], eroina biblica, per proteggere la propria città di [[Betulia]] minacciata dal tiranno [[assiro]] [[Oloferne]], finse di voler collaborare con il nemico riuscendo a parlare al comandante, che si innamorò di lei. La sera lo fece ubriacare e giunta nella sua tenda lo decapitò mentre dormiva intorpidito dall'alcol. La prima secna è ambientata nella tenda di Oloferne e mostra i suoi dignitari che scoprono con orrore il corpo decapitato nel suo letto; la seconda mostra Giuditta che incede con passo sicuro verso la sua città, seguita dall'ancella che tiene in un cesto coperto da un lenzuolo sulla testa la testa decapitata del tiranno.