Questione settentrionale: differenze tra le versioni

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==Cenni storici==
La cosiddetta ''questione settentrionale'' vede un antecedente nelle posizioni di alcuni pensatori dell'ottocento:
[[Cesare Correnti]] nel [[1860]] sul quotidiano "[[La Perseveranza]]", scrisse l'articolo ''Finis Longobardiae'' che viene indicato da alcuni come precursore di tale tematica <ref name="ceuropa" />. Si sviluppò poi, soprattutto in tutto il nord Lombardia, una posizione in difesa delle istituzioni amministrative autonome locali <ref> Ne furono espressione - ad esempio - i risultati della [[Commissione Giulini]] che sancì l'annessione di nuovi territori lombardi al Piemonte di Vittorio Emanuele, mantenendo separati gli ordinamenti amministrativi delle due regioni, lasciando che in Lombardia continuassero a sussistere una parte delle istituzioni austriache esistenti.</ref> in cui lo "Stato di Milano" veniva opposto ad una gestione fin troppo centralistica del Paese. <ref>La scuola ''lombarda'' (tra i repubblicani [[Carlo Cattaneo]]) era tradizionalmente su posizioni ''federaliste'' mentre la soluzione di un forte governo centrale trovò fautori proprio tra i politici di un'altra regione settentrionale: il Piemonte.</ref>.
 
Dalla fine dell'ottocento e per tutto il Novecento vi fu, secondo questo tipo di visione, una ricorrente contrapposizione, effettiva o ''di maniera'' tra un Settentrione aperto alle attività industriali e in continua crescita economica e un Meridione parassitariopassivo.
 
Il collegamento tra questo filone storico e la sua successiva reincarnazione politica fu legato alla figura di [[Gianfranco Miglio]], professore universitario di [[Scienza della politica]] e che per alcuni anni fu punto di riferimento non solo nel mondo culturale,<ref>In un primo tempo il dibattito fu soprattutto culturale e trovò espressione nel testo ''Le contraddizioni dello Stato unitario'' (in Miglio – Benvenuti, ''L'unificazione amministrativa e i suoi protagonisti'', Publicaziun ISAP, Neri Pozza, Vicenza, 1969)</ref> ma anche all'interno della Lega Nord, fino a quando le visioni di Bossi non entrarono in conflitto con le idee di Miglio <ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/12/Miglio_Bossi_non_federalista_attenti_co_0_94061215581.shtml Corriere.it: "Miglio: Bossi non è federalista e attenti a quelle ''speronate''" (1994)]</ref>.
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Negli anni '90 la questione settentrionale passò da dibattito culturale a rivendicazione politica.
I punti cardine della ''questione settentrionale'' in questo senso sono riassumibili in una maggiore indipendenza della cosiddetta [[Padania]] dalle regioni centro-meridionali, accusate di essere un peso per la parte produttiva del paese. {{cn|[[Umberto Bossi]] dichiarò più volte che se l'Italia del nord fosse stata divisa dal sud sarebbe riuscita a rispettare i [[Parametri di Maastricht]] richiesti e partecipare a pieno titolo all'[[Unione europea]] (soddisfacendo in breve tempo i parametri economici), sarebbe dotata di infrastrutture migliori in quanto il denaro pubblico non sarebbe stato sprecato nella [[Cassa del Mezzogiorno]] in opere e appalti fagocitati dalla [[criminalità organizzata]].}}
 
===La ripresa del dibattito===
Numerosi editorialisti accademici rimasero scettici sulla vera fondatezza della "questione settentrionale" (ad esempio Ilvo Diamanti nel 2006 affermava che quella del Nord è «una questione che non c'è»<ref>[http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_54_20060418110233.pdf "Il falso mito del Nord" La Repubblica, 16 aprile 2006]</ref>).
 
Dal punto di vista politico l'esito delle [[elezioni politiche italiane del 2008|elezioni del 2008]] (con un largo successo della Lega Nord rispetto ai partiti di sinistra) fece comunque tornare in auge la discussione sull ''questione settentrionale'' <ref>[http://www.polena.net/download/0605-questione_settentrionale.pdf polena.net: "Le elezioni di aprile e la questione settentrionale" (Luca Ricolfi, Paola Ferragutti, Francesca Dallago)]</ref> Nonostante la "questione settentrionale" fosse stata per anni appannaggio politico della [[Lega Nord]], anche esponenti settentrionali del [[centrosinistra]] (come [[Sergio Chiamparino]], [[Riccardo Illy]], [[Massimo Cacciari]], etc.) sulla spinta delle considerazione che seguirono le elezioni, iniziarono a considerarla più apertamente (anche se lo avevano già anticipato in una Festa dell'Unità del 2000 <ref>[http://www.radioradicale.it/scheda/180679/festunita-il-centrosinistra-e-la-questione-settentrionale Festa Unità 2000 da ''Radio radicale'']</ref>).