Vimalakīrti Nirdeśa Sūtra: differenze tra le versioni

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[[File:Vimalakirti.jpg|300px|right|thumb|Il saggio laico Vimalakīrti, protagonista del ''Vimalakīrti Nirdeśa sūtra'', in un antico dipinto cinese risalente all'VIII secolo d.C., rinvenuto nelle [[Grotte di Mogao]].]]
Il '''Vimalakirti''Vimalakīrti NirdesaNirdeśa SutraSūtra''''' ([[IASTlingua sanscrita|sanscrito]]: Vimalakīrtiविमलकीर्ति-निर्देश-सूत् Nirdeśa sūtra,; [[cinese]]: 維摩經 [[pinyin]]: ''Wéimó jīng'', [[Wade-Giles]] ''Wei-mo ching'', [[giapponese]]: ''Yuima gyō'', [[tibetano]]: '' 'Phags-pa dri-ma med-par'grags-pas bstan-pa'', [[coreano]] 유마경 ''Yuma kyōng'', [[vietnamita]] ''Duy ma kinh'', ''"Il sutra dell'insegnamento di Vimalakīrti''") è uno dei più importanti e profondi sutra [[Mahāyāna]]. La sua stesura risale al I sec. e.v., si compone di 14 capitoli nella versione cinese e di 12 in quella tibetana (le due versioni sono simili solo la suddivisione in capitoli risulta differente).
 
 
== Traduzioni in cinese e in tibetano==
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* [[Zhī Qiān]] del 223-8 al [[T.D.]] 474.14.519-536 con il titolo 佛說維摩詰經 ''Fóshuō wéimójié jīng'' <ref>Vedi qui [http://kanji.zinbun.kyoto-u.ac.jp/~wittern/can/can2/t14/t14n0474.htm]</ref>;
* [[Kumārajīva]] al [[T.D.]] 475.14.537a-557b (è la più diffusa) con il titolo 維摩詰所說經 ''Wéimójié suǒshuō jīng'';
* [[Xuánzàng]] del 650 al [[T.D.]] 476.14.557-587 con il titolo 說無垢稱經 ''Shuō wúgòuchēng jīng'' .
 
In [[tibetano]] fu tradotto agli inizi del IX secolo da [[Dharmatastila]].
 
Manoscritti incompleti di questa opera sono stati rinvenuti nelle [[Grotte di Mogao]] a [[Dūnhuáng]] (敦煌), mentre frammenti in [[sogdiano]] e [[khotanese]] sono stati rinvenuti lungo le [[oasi]] della [[Via della Seta]]. Recentemente è stato rinvenuto a [[Lhasa]] un testo di questa opera redatto in [[sanscrito]] e pubblicato in Giappone nel 2004.
 
== Contenuto del ''sutra''==
Il sutra narra del laico (''[[upāsaka]]'') Vimalakīrti che invia 500 figli degli anziani di Vaiśālī dal [[Buddha Śākyamuni]] affinché vengano istruiti sul Dharma. Vimalakīrti giace malato a casa, conservando l'occasione di "illuminare" i [[bodhisattva]], gli [[arhat]] e i [[deva]] che lo avessero visitato.
 
Il tema centrale del Sutra resta quello della [[vacuità]] e del valore di questo mondo (di contro alle dottrine indicate come ''[[hīnayāna]]'' che invece lo consideravano luogo di sofferenza), temi tipici della letteratura dei ''[[Prajñāpāramitā Sūtra]]'' e in genere della letteratura [[Mahāyāna]]. Fatto unico in tutta la [[Canone buddhista|letteratura buddhista ]] è che in questo ''sutra'' l'insegnamento proviene da un laico, non da un [[Buddha]], un [[arhat]] o da un [[bodhisattva]] cosmico. L'unico personaggio del ''Sutra'' che riesce a tenere testa agli insegnamenti del laico Vimalakīrti è il bodhisattva [[Mañjuśrī]], il bodhisattva cosmico della "Dolce Gloria" che impersonifica il principio stesso della saggezza (sans. ''[[prajñā]]'').
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*[[Vimalakīrti Nirdeśa sūtra : I capitolo|I capitolo]]
 
*[[Vimalakīrti Nirdeśa sūtra : II capitolo|II capitolo]]
*[[Vimalakīrti Nirdeśa sūtra : III capitolo|III capitolo]]