Muʿallaqāt: differenze tra le versioni

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Il titolo ''Mu‘allaqāt'' è documentato soltanto a partire dal [[X secolo]], mentre precedentemente si hanno notizie di antologie dal titolo diverso, per esempio “le Sette”, che - visti i contesti in cui sono citate - fanno supporre che si trattasse di questa stessa raccolta. Sempre nel secolo X cominciano ad apparire anche le spiegazioni relative al significato del titolo. Secondo la tradizione, recepita anche da [[Wolfgang Goethe]] nel suo ''West-östlicher Divan'', il participio passivo sostantivato ''Mu‘allaqāt'', ''le Appese'', starebbe a ricordare che queste poesie erano scritte, per la loro bellezza, su stoffa e appese a [[Mecca]] nella [[Ka'ba]]. Infine, basandosi sull’uso frequente nei titoli di opere arabe di termini indicanti gioielli, alcuni orientalisti, fra cui [[Charles Lyall]] e [[Theodor Nöldeke]], hanno supposto che il titolo indicasse ciondoli preziosi, ''pendentif'' appunto.
 
Come abbiamo visto si ha notizia di un'antologia composta da sette ''[[qasida|qaside]]'', come sembra fosse quella di Hammād e come è la maggior parte delle edizioni delle ''Mu‘allaqāt''. Così le ''qaside'' che appaiono in tutte le recensioni sono quelle attribuite a [[Imru l-Qays]], [[Zuhayr]] e [[Labid|Labīd]] a cui sono aggiunte, nella maggior parte dei casi, quelle di [[Antara|‘Antara]], [[Tarafa]], [[Amr ibn Kulthum|‘Amr ibn Kulthūm]] e [[al-Harith ibn Hilliza|al-Hārith ibn Hilliza]]; infatti, per esempio al-Mufaddal (m. 790 ca.) sostituisce la ''qasida'' di ‘Antara e quella di al-Hārith con una di al-Nābigha e una di [[al-A'sha|al-A'shā]], così come, in altre edizioni, l’antologia comprende dieci nomi, aggiungendo ai primi sette anche [[al-Nabigha al-Dhubyani|al-Nābigha al-Dhubyānī]], [[al-A'sha|al-A'shā]] e [[Abid ibn al-Abras|‘Abīd ibn al-Abras]].
 
Tutti questi poeti sarebbero vissuti nel secolo antecedente l’[[Islam]] in una società molto meno uniforme di quanto normalmente si crede e delle cui realtà umane, sociali e politiche furono i portavoce. Pertanto le sette ''Mu‘allaqāt'', (di cui si può vedere la traduzione italiana e i testi arabi in ''Tracce consunte come graffiti su pietra, note sul lessico delle'' Mu‘allaqāt) si presentano affatto simili fra loro anche se, essendo ''qaside'', affrontano i temi peculiari di questa antica forma poetica araba. Così pur avendo versi dedicati all’amore, alla descrizione o al vanto ognuna di esse ha proprie peculiarità tematiche e formali legate alla personalità del poeta, ma anche all’impostazione personale o tribale.<br>