Enrico Gras: differenze tra le versioni

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'''Enrico Gras''' nacque a Genova il 7 marzo 1919, penultimo di 6 figli : il padre Stefano avvocato apparteneva ad una nobile famiglia ormai decaduta di origini francesi (marchesato Cernon d’Anglours), la madre Regina Costa veniva da una famiglia di armatori (compagnia mercantile Italmar), originaria di San Lorenzo della Costa che lavorava da anni tra l’Italia e il sud-America. Nel 1923 la madre morì, e il padre dovette partire per l’Argentina come dirigente della compagnia della famiglia Costa a Buenos Aires. Convinto di poter riunire un giorno laggiù tutti i suoi figli si rese conto successivamente che le cose erano più complicate di quanto si aspettasse e i ragazzi vennero in breve tempo divisi tra i nonni. Dopo qualche tempo trascorso ancora a Genova, Enrico Gras andò così a vivere presso la nonna paterna a Milano, dove fece i suoi studi al Collegio San Carlo, nel quale era compagno di studi del fratello di Luigi Comencini, e proprio con lui cominciò a fare cinema. Come famiglia erano amici dei Risi (Dino Risi) e frequentava, insieme a sua sorella minore Laura Gras, dei gruppi cinematografici milanesi e la [[Cineteca Italiana]]. Successivamente sempre a Milano, finito il liceo si iscrisse alla facoltà di Ingegneria e iniziò a coltivare seriamente la sua più grande passione : il cinema.
Enrico Gras dimostra quindi da subito la sua grande passione ed esordisce come documentarista ancora studente fondando nel 1938 a Roma, con l’amico e collaboratore Luciano Emmer, una piccola casa di produzione che si segnala per la realizzazione di vari documentari negli anni della seconda guerra mondiale. Si tratta di lavori innovativi che hanno come oggetto delle opere d'arte, presentate al pubblico con un uso originale del montaggio e della musica. Con questa tecnica, vengono illustrate opere di Giotto, (nel 1941 "''Racconto da un affresco''" la cappella degli Scrovegni nella foto in b/n dei Fratelli Alinari) Goya, Bosh, Leonardo, Piero della Francesca e Picasso. Le principali opere prodotte in questi anni sono oltre alla precedente : “''Romanzo di un’epoca''” (1942); “''Il Paradiso terrestre''”(1942) sceneggiato attraverso Hyeronimus Bosch, trittico del “''Giardino delle delizie''”, musiche di Roman Vlad; “Guerrieri” (1942); “''Destino d’amore'' “(1942); “''Il Cantico delle creature''” (1942); “''il Paese della nascita Mussolini''” (1943).
Il suo primissimo lavoro fu però un brevissimo cortometraggio di animazione (di meno di 3 minuti) intitolato “''il Giuseppe''” (1938) e venne presentato ai Littorali. Quel piccolo film andò perso in una maniera insolita: secondo il racconto di Luciano Emmer, quando i due si erano da poco recati a Roma vennero aggrediti nei pressi del Pantheon da un gruppo di teppisti che rubarono i loro cappotti con l’unica copia del film di poche centinaia di metri conservata nella tasca.
Con Emmer in uno scantinato, realizzò i suddetti documentari d’arte in condizione del tutto avventurose: con una vecchia Pathé degli anni ’10 e una truka ricavata da un tornio appeso al muro nacquero così i loro due primi successi: “''Racconto di un affresco''” e “''Il Paradiso terrestre''”, e non avendo i soldi per recarsi a fare le riprese sul posto, si limitarono a riprendere le immagini dalle fotografie di Alinari, reinventandole in un racconto di natura essenzialmente cinematografica. Emmer ricorda come Gras volesse addirittura rifare gli affreschi di Giotto in animazione, e questo da forse l’idea di quanto il cinema fosse per lui una sorta di reinvenzione privata della realtà.