Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore (Roma): differenze tra le versioni

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La chiesa e i suoi annessi furono per molto tempo riccamente mantenuti dai lasciti degli spagnoli di Roma, e le loro finestre su piazza Navona costituivano una sorta di palco di proscenio per gli spettacoli "acquatici" che si tenevano nella piazza. Non provvedendosi tuttavia ai necessari restauri, l'edificio venne progressivamente decadendo, e nel [[1818]] la chiesa fu abbandonata dagli spagnoli in favore di [[Santa Maria di Monserrato]], dove vennero anche trasferiti gli arredi e le tombe prima in San Giacomo, e fu poi sconsacrata e venduta, nel [[1878]], ai missionari francesi del Sacro Cuore.
 
Alla fine dell'[[XIX secolo|'800]] [[papa Leone XIII]] fece radicalmente restaurare la chiesa, chealla rischiavanazione ilspagnuola crolloed oggi nazionale, dopochè fu abbandonata dalle spagnuoli perchè dicevasi minacciasse ruina <ref>{{it}} Mariano Armellini. ''[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/I/Gazetteer/Places/Europe/Italy/Lazio/Roma/Rome/churches/_Texts/Armellini/ARMCHI*/2/Regola.html Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX]'', p.415-418</ref>, dall'architetto [[Luca Carimini]], che fra l'altro ne modificò l'orientamento volgendo la facciata principale verso piazza Navona. La chiesa fu riconsacrata, affidata alla Congregazione dei [[Missionari del Sacro Cuore di Gesù]] e intitolata a ''Nostra Signora del Sacro Cuore''.
 
Nel [[1938]] l'apertura di Corso del Rinascimento costò all'edificio originale la demolizione dell'abside e del transetto, ma in compenso, nel [[1965]], [[papa Paolo VI]] la eresse in [[Nostra Signora del Sacro Cuore (diaconia)|diaconia cardinalizia]].
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*[[Piazza Navona]]
*[[Santa Maria di Monserrato]]
 
==Note==
{{reflist}}
 
{{Chiese di Roma}}