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==Intertestualità e cinema==
Il [[cinema]] come testo cinematografico è plausibile di essere rivisitato da queste categorie. In questo modo si può pensare il [[cinema di genere]] come un arcitesto, considerare gli scritti di [[Eisenstein]] sui suoi film come paratesti, o riconoscere l’ipertestualità dell’[[Odissea]] in [[Il disprezzo|Le Mépris]] di [[Jean Luc Godard]].
Molto interessante nel cinema è la presenza dell’intertestualità come citazione o [[parodia]]. La citazione è una riproduzione letterale, segnalata in modo preciso e di cui viene indicata la provenienza originale del testo citato. Nella citazione è paradigmatico il re-make fatto da [[Gus Van Sant]] del film Psyco di [[Alfred Hitchcock]]. Gli innumerevoli riferimenti di [[Brian de Palma]] a questo stesso regista, anche se non segnalati, hanno carattere citazionale, manifestato dall’autore in tante occasioni.
[[Iuri Lotman]], in ''La semiosfera vol I'', scrive che una delle funzioni del testo è generare nuovi significati e che questo accade quando c’è coscienza della presenza di un testo in un altro testo. Questo intensifica il carattere ludico nel testo. È il caso della parodia, imitazione di uno stile, rielaborazione di un testo, in tanti casi in modo ironico o con satirico. Implica la conoscenza da parte dello spettatore del testo originale. Il cinema di [[Mel Brooks]] o la saga di [[Scary Movie]] sono un esempio di questo caso d’intertestualità-parodia.
==Note==
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