Letteratura di consumo: differenze tra le versioni

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Da una parte tutto ciò pone le basi del [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]] e del [[verismo]], dall’altra va a costituire il moderno mercato editoriale: l’industrializzazione permette infatti una produzione più vasta e meno costosa dei beni di consumo, come appunto i [[libro|libri]], e in particolare l’invenzione della [[linotype]] meccanica rende più veloce e sistematica la stampa delle pagine; l’[[urbanizzazione]] e l’[[alfabetizzazione]] concorrono intanto ad accrescere il numero dei lettori.
 
Per il letterato, diventa sempre più difficoltoso realizzare prodotti che siano di qualità e trovino al tempo stesso un ottimo riscontro di vendite. Alcuni intellettuali manifestano apertamente la propria avversione verso quella che è da alcuni definita “democratizzazione dell’arte”.
 
L’[[industria editoriale]] reclama le esigenze di mercato; gli autori vengono sempre più pressati dalla necessità di produrre opere che siano comprensibili e piacevoli per tutti, anche per i meno istruiti, e nello stesso tempo intravedono le possibilità di una nuova fonte remunerativa, atta a garantire una vita agiata, pur sempre col sostegno di un’altra professione: molti scrittori scelgono ad esempio il [[giornalismo]], altro fenomeno di straordinario sviluppo, per analoghi motivi, nell’[[XIX secolo|Ottocento]], anche se ben noto già al secolo precedente. Il punto d’incontro fra narrativa e giornalismo lo si ritrova nel cosiddetto “[[romanzo d'appendice]]” o “[[feuilleton]]”, pubblicato a puntate nelle ultime pagine dei [[quotidiano|quotidiani]].