Realismo (filosofia): differenze tra le versioni

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In filosofia il '''realismo''' è la credenzaconvinzione inche esista una [[realtà]] che esista indipendentemente dai nostri schemi concettuali, dalle nostre pratiche linguistiche, dalle nostre credenze. I filosofi che si dichiarano realisti tipicamente pensano che la [[verità]] consista in una qualche forma di corrispondenza dei pensieri alla realtà. oIn nelun'accezione conferimentopiù diampia, realisti sono anche coloro che conferiscono realtà a una entità metafisica.
 
==Connotazioni Origine del termine ==
Sotto il profilo storico il termine compare verso il [[XV secolo]] nel ''Compendium Dialecticae'' del [[1494]] di Silvestro Mazolino, il quale definisce ''realista'' l'atteggiamento della [[Scolastica]] più antica che riteneva reali gli [[universali]], mentre la tendenza più tarda era stata a favore del [[nominalismo]]: una contrapposizione, oggetto di una lunga disputa inquesta cuifra ''realismo'' e ''nominalismo'', eranooggetto stati contrapposti indi una polemicalunga contesa, nota altrimenti come [[disputa sugli universali]]. Realistiche vengono così denominate tutte quelle concezioni che attribuiscono all'universale una realtà autonoma, non semplicemente di origine linguistica o concettuale.
 
Gli oppositori del realismo invece furono chiamati nominalisti (l'universale è privo di ogni consistenza reale e non è altro che un semplice nome) e concettualisti (l'universale è una produzione mentale del nostro pensiero).
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Il termine realismo in filosofia viene solitamente contrapposto anche all'[[idealismo]], anche se quest'ultimo nella sua accezione [[platonismo|platonica]] può essere assimilato al realismo.<ref name=realismo>V. [http://www.emsf.rai.it/gadamer/interviste/09_tommaso/tommaso.htm#6 Gadamer, ''Realismo e nominalismo''].</ref>
=== Connotazioni ===
==Connotazioni del termine==
Il realismo ha condizionato tutta la successiva storia della filosofia, giungendo a designare, anche tuttora, differenti dottrine filosofiche, spesso accomunate dall'intento di:
* attribuire certezza (e carattere di esistenza) a determinati elementi della realtà, ad esempio in opposizione ad aspetti svalutabili o problematici come l'apparenza sensibile;
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==Il realismo e la filosofia contemporanea==
Nella filosofia contemporanea il realismo tradizionale, cioè quello che conferisce realtà agli enti di pensiero è divenuta una posizione minoritaria (si pensi a [[Gustave Thibon]]), mentre prevale un tipo di realismo che attribuisce realtà agli enti realisensibili sustudiati basedalla scientificascienza, e non più metafisicaa quelli metafisici. In particolare a partire da [[Popper]] è andato diffondendosi una forma atipica di realismo detto [[criticismo|'''critico''']], che si fonda su una concezione realista della realtà non dogmatica, critica, ipotetica.
 
Realismo può definirsi impropriamente anche il [[pragmatismo]]. Non a caso, specialmente in ambito anglo-sassone, è attualmente in corso una riscoperta della filosofia classica [[pragmatismo|pragmatista]] (specialmente [[Charles Sanders Peirce]], [[William James]] e [[William Pepperell Montague]]) negli ambienti post-analitici (vedi ad esempio [[Richard Rorty]] e [[Hilary Putnam]]), spesso messa a confronto con il pensiero di [[Wittgenstein]].