Mahāsāṃghika: differenze tra le versioni

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{{q|E' superata l'ipotesi che il ''mahayana'' si sia sviluppato all'interno del ''mahasanghika'', dal momento che gli insegnamenti del ''mahayana'' non presuppongono una divisione su questioni discplinari|Nicoletta Celli. ''Buddhismo''. Milano, Electa, 2006 pag.113}}
 
Così per [[Paul Williams]]
{{q|Inoltre, come abbiamo visto, il Mahayana non è una tradizione di vinaya né una scuola dottrinale. E' piuttosto una visione o un'aspirazione, un certo modo di comprendere quale dovrebbe essere l'interesse principale di un buddhista. Questo interesse dovrebbe essere l'ottenimento della perfetta buddhità a beneficio di tutti gli esseri senzienti, dove la perfetta buddhità a beneficio di tutti è molto superiore al semplice diventare un arhat che si libera soltanto dalla propria sofferenza. Perciò non doveva esservi alcuna contradizione nell'essere un monaco sarvastivadin che sosteneva visioni dottrinali sautrantika e aderiva allo stesso tempo al Mahayana|Paul Williams. Il Buddhismo in India. Roma, Ubaldini, 2002, pag. 109}}
 
Alcuni studiosi sono quindi portati a ritenere che lo scisma avvenne in seguito per altri motivi, probabilmente dottrinali, anche se, per autori come [[Paul Williams]] <ref>Cfr. ''Il Buddhismo in India'', Roma, Ubaldini, 2002.</ref> e [[Heinz Bechert]] <ref>Cfr. ''''The importance of Asoka's so-called schism edict'' in AA.VV. ''Indological and Buddhist Studies: Volume in Honour of Professor J.W. de Jong on his Sixtieth Birthday'' 1982 Faculty of Asian Studies, Canberra. </ref>"uno scisma non ha niente a che vedere con divergenze dottrinali, ma è il risultato di divergenze riguardanti la disciplina monastica".