Guerre cantabriche: differenze tra le versioni

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Secondo lo storico romano [[Cassio Dione]], [[Cantabri]] ed [[Asturi]] adottarono la tattica della guerriglia, evitando di affrontare in campo aperto le [[legione romana|legioni]]. Sfruttando la conformazione impervia del territorio montuoso e la loro maggior conoscenza dell'area, i Cantabri sferrarono rapidi attacchi di sopresa alle colonne romane in marcia e a quelle che recavano vettovagliamenti, recando consistenti danni materiali e morali ai romani.
 
Come si può dedurre dalle monete e da quanto dice il poeta [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], Cantabri ed Asturi utilizzavano armi leggere come [[spada (arma)|spade]] corte, [[daga (arma)|daghe]], [[scudo (difesa)|scudi]] di legno, piccole [[lancia (arma)|lance]] o [[giavellotto|giavellotti]], oltre ad [[ascia bipenne|asce bipenni]] e alla [[falcata]] (tipica arma iberica). Non ci sono invece prove che loro usassero [[Arco (arma)|archi]] e [[fromboliere|fionde]]. Erano inoltre abili [[Cavalleria|cavalieri]], come dimostra il fatto che furono poi utilizzati per formare squadroni di [[cavalleria]]. Lo storico [[Flavio Arriano]] parla ad esempio della formazione di cavalleria detta ''[[cerchio cantabrico|circolo cantabrico]]'' o del cosiddetto ''impeto cantabrico'', un massiccio attacco frontale che veniva sferrato contro le linee nemiche nel tentativo di aprire delle brecce.
 
==Le campagne==
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[[Immagine:Bellum-Asturicum-Cantabricum.png|400px|thumb|right|Le campagne degli anni [[29 a.C.|29]]-[[19 a.C.]]]]
Augusto cominciava il suo ottavo consolato a [[Tarragona]]. Egli aveva preparato nei minimi dettagli il piano delle operazioni per il 26 a.C. La sua riuscita implicava l'uso dell'azione combinata degli eserciti della Spagna Tarraconense e della Lusitania. Il piano consisteva nell'attaccare la Cantabria con tre colonne di invasione<ref>Secondo R.F.J.Jones (''The roman military occupation of north-west Spain'', in Journal of Roman Studies, p.45-66), le tre armate di Augusto che si mossero nel 26 a.C. presero le mosse da [[Braga|Bracara Augusta]], [[Astorga (Spagna)|Asturica]] e [[Burgos (Spagna)|Segisama]]. Bergidum era sicuramente uno degli obiettivi strategici da raggiungere. Non è escluso che proprio in questa località sia sorto un castra legionario negli anni seguenti.</ref>. Il quartier generale era stato stabilito a [[Burgos (Spagna)|Segisama]]. Augusto, a capo delle legioni [[legio I Germanica|I]] e [[legio II Augusta|II Augusta]], occupò prima Vellica, poi vinse i Cantabri presso Bergida<ref>Bergida è da identificarsi con ''Bergida Flavium'' nelle [[Asturie]].</ref>, costringendoli a rifugiarsi sull'altissimo monte Vindio<ref>Il monte Vindio o Vinnio formava il confine tra [[Cantabri]] ed [[Asturi]], ed è da identificarsi con una delle cime più elevate della [[cordigliera cantabrica]].</ref>, e si apriva, infine, la strada attraverso il passo che conduceva a Iuliobriga (vicino a Reinosa), fino alla costa presso Santander. Intanto Cariso, a capo delle legioni [[legio V Alaudae|V Alaudae]] e [[legio X Gemina|X Gemina]], si congiungeva all'esercito del suo imperatore, forse proveniente da nord. Ora i due eserciti riuniti, affrontarono e batterono nuovamente i [[Cantabri]] presso il monte Vindio (Penas de Europa), dove il nemico fu accerchiato e decimato.
 
Come ultimo atto della campagna di quest'anno, Augusto conquistava ''Aracelio''<ref>''Aracelio'' viene identificata con Huarte Araquil,sul fiume [[Araquil]], a nord-ovest di [[Pamplona]] oppure con Aradillos, nei pressi di [[Reinosa]], nell'entroterra di [[Santander (Spagna)|Santander]].</ref>, che era riuscita a resistere per molti mesi. Decise, infine, di ritirarsi a Tarragona in preda ad una grave malattia e lasciando il comando ai suoi luogotenenti [[Gaio Antistio Vetere (console 30 a.C.)|Gaio Antistio Vetere]] (suffetto nel 30 a.C.) e [[Tito Publio Carisio]].
 
L'anno successivo ([[25 a.C.]]) i tre legati (Furnio, Carisio e [[Gaio Antistio Vetere (console 30 a.C.)|Antistio]]) volsero le loro armi contro [[Asturia]] e [[Galizia (Spagna)|Galizia]], ed entro la fine dell'anno (25 a.C.) la Spagna sembrò ad Augusto, ormai vinta e pacificata definitivamente<ref>[[Tito Livio]], ''Ab Urbe condita'', XXVIII,12,2.</ref>.
*Sembra che [[Tito Publio Carisio]] abbia mosso l'esercito da sud-ovest, occupando [[Lancia (Spagna)|Lancia]]<ref>[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LIII, 25, 8.</ref>, capitale degli [[Asturi]], alla guida di tre legioni ([[legio V Alaudae|V Alaudae]], [[legio VI Victrix|VI Victrix]] e [[legio X Gemina|X Gemina]]). Gli [[Asturi]] erano, infatti, discesi nel corso di quella primavera dai monti innevati e, posto il loro accampamento presso il fiume [[Esla|Astura]]<ref>Il fiume Astura è da identificarsi con il fiume [[Elsa (fiume)|Elsa]], affluente del [[Duero]].</ref>, divisero il loro esercito in tre colonne, per attaccare i tre principali [[castrum|accampamenti]] [[legione romana|legionari romani]]. Fortuna volle che i [[Brigecini]] tradirono i loro compatrioti, informado Carisio, il quale avendoli attaccati rapidamente e di sopresa, riuscì a metterli in fuga nella vicina città di [[Lancia (Spagna)|Lancia]]<ref>''Lancia'' coincide con l'attuale [[Mansilla de las Mulas]], a sud-est di [[Léon|Leon]]</ref>, poco dopo assediata ed occupata dalle [[esercito romano|armate romane]]<ref>[[Floro]], ''Epitome di storia romana'', II, 33, 54-58.</ref>.
*Intanto il collega [[Gaio Antistio Vetere (console 30 a.C.)|Gaio Antistio Vetere]] (a capo dell'esercito della Spagna Citeriore: [[legio I Germanica|I Augusta]] e [[legio II Augusta|II Augusta]]), marciava verso occidente, superando [[León]] ed [[Astorga (Spagna)|Astorga]], ed attraverso le ''Montañas de [[León]]'' si spingeva fino al bacino del Vierzo ed al corso superiore del fiume [[Sil (fiume)|Sil]].
*Infine due dei tre luogotenenti di Augusto, [[Gaio Antistio Vetere (console 30 a.C.)|Antistio]] e [[Gaio Furnio]] (console del [[17 a.C.]]) insieme, riuscirono infine a sconfiggere i [[Calleci]] presso il ''monte Medullius'' (Monte S.Juliàn)<ref>[[Floro]], ''Epitome di storia romana'', II, 33, 50.</ref>.
{{quote|''Infine vi fu l'assedio del monte Medullio. I Romani dopo aver circondato il luogo con un fossato lungo 15 miglia, attaccarono contemporaneamente da ogni parte, ma i barbari che si erano accorti che era giunta la loro fine, si uccisero a gara con il fuoco, con il ferro delle armi, banchettando con il veleno...''|[[Floro]], ''Epitome di storia romana'', II, 33, 50.}}
 
In seguito a questi avvenimenti Augusto ricevette un nuovo [[Trionfo]] e P.Carisio sembra abbia fondato la colonia di [[Mérida (Spagna)|Emerita Augusta]]<ref>R.Syme, ''L'Aristocrazia augustea'', Milano 1993, p.581. [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], ''Epistulae'', I, 12, 26 seg.. [[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LIII, 26.</ref>.
 
===Campagna finale del 20-19 a.C.===
È possibile che [[Marco Vipsanio Agrippa]] si sia recato a partire dal [[20 a.C.]] in Spagna per completare la sottomissione di [[Asturi]] e [[Cantabri]]. E la guerra fu definitivamente portata a termine nel [[19 a.C.]], con la sconfitta definitiva dei Cantabri presso Iuliobriga. Le tribù montane furono costrette a scendere a valle, abbandonando le loro roccaforti. Nuovi centri urbani sorsero nella parte nord-occidentale come: ''Bracaraugusta'', ''Lucus Asturum'', ''Asturica Augusta'' ed i veterani furono stanziati ad ''Emerita'' e ''Caesaraugusta''.
 
Al termine di queste operazioni e della definitiva pacificazione, nel [[16 a.C.]] il presidio [[legione romana|legionario]] permanente in Spagna fu ridotto a quattro legioni, posizionate tutte nella zona nord ed ovest della penisola iberica. Le altre quattro legioni partirono per essere ricollocate in [[Gallia]], ad [[Aquileia]] per partecipare alle campagne di [[Norico]]-[[Rezia]]-[[Alpi]], in [[Germani]]a ed in [[Dalmazia (provincia romana)|Illirico]]. C'è da dire che nonostante i massacri, la resistenza iberica fu tale che i [[Storia romana|Romani]] dovettero mantenere nella regione due legioni per oltre 70 anni: la [[legio X Gemina|X Gemina]] e la [[legio IIII Macedonica|IIII Macedonica]].
 
==Conclusioni==