Annales (Fabio Pittore): differenze tra le versioni

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Nella composizione degli ''Annales'' e nel reperimento del materiale necessario alla stesura dell'opera, Pittore poté rifarsi alle testimonianze degli ''[[Annales pontificum]]'', ai documenti ufficiali e privati, ai trattati e agli ''[[elogio|elogia]]'', nonché alle proprie esperienze personali.<ref name="Pontiggia_154">Pontiggia; Grandi, p. 154.</ref> Poté inoltre fare riferimento alle opere della [[storiografia ellenistica]], tra cui quella dello storico [[Magna Grecia|greco di Sicilia]] [[Timeo di Tauromenio]]. Pittore mantenne la scansione tipica degli ''Annales pontificum'', ma, influenzato dall'interesse etnografico tipico dei modelli [[letteratura greca|greci]] quali [[Erodoto]] e [[Isocrate]], dedicò ampio spazio alle ricerche erudite sulle tradizioni locali romane e sui riti religiosi. Tentò inoltre di reperire anche le cause politiche e psicologiche degli eventi, avvicinandosi così, secondo alcune interpretazioni,<ref name="Pontiggia_154" /> al metodo di [[Tucidide]]: secondo la testimonianza di [[Polibio]],<ref>III, 8, 1-8.</ref> ad esempio, attribuì al solo [[Annibale]] la responsabilità della [[seconda guerra punica]]. È comunque possibile affermare che Pittore abbia adoperato il materiale documentario nazionale di cui disponeva, rielaborandolo nelle forme e nei modelli della letteratura greca, che già prevedeva il genere storiografico come ricostruzione organica e critica del passato.<ref name="Pontiggia_155">Pontiggia; Grandi, p. 155.</ref>
 
Sebbene agli antichi fosse nota una versione in [[lingua latina|latino]] degli ''Annales'', probabilmente una traduzione di epoca successiva,<ref name="Pontiggia_155" /> Pittore scrisse la sua opera in greco, in modo tale che fosse fruibile in tutto il [[bacino del [[Mediterraneo]]. Dal momento delle guerre contro [[Taranto]] e [[Pirro]], Roma era infatti entrata a diretto contatto con le città della Magna Grecia, e, dopo lo [[guerre puniche|scontro con Cartagine]] si era affermata come potenza egemone a livello sovranazionale: era dunque necessario raccogliere e reinterpretare tutta la [[storia romana]] in una forma diversa, modellata sulle forme della coeva letteratura ellenistica, da quella degli ''[[Annales maximi]]'', e fruibile da parte del pubblico di lingua greca, che avrebbe così avuto a disposizione la versiona romana del percorso che aveva causato l'espansione territoriale dell'Urbe.<ref name="Pontiggia_155" />
 
Poco prima che Pittore si dedicasse alla stesura della sua opera, infatti, lo storico [[Filino di Agrigento]] aveva pubblicato una storia della [[prima guerra punica]] in cui era evidente la tendenza filocartaginese. Lo stesso [[Annibale]], durante la sua discesa in Italia, era stato accompagnato da due storici, Sosilo e Sileno, che avevano l'incarico di stilare il resoconto delle sue imprese.<ref name="Pontiggia_155" /> Era dunque fondamentale presentare una valida giustificazione della politica espansionistica di Roma: gli intellettuali dell'Urbe dovevano quindi dimostrare la ''bona fides'' del popolo romano e la natura esclusivamente difensiva delle guerre da esse combattute.<ref name="Pontiggia_155" /> Gli intenti apologetici dell'opera di Pittore apparvero chiari già nell'antichità: per primo lo storico [[Polibio]] imputò all'annalista una "tendenziosità acritica"<ref name="Pontiggia_155" /> pari a quella degli autori che avevano scritto in favore di [[Cartagine]].<ref name="Polibio">Polibio, ''Storie'', I, 14, 1-3.</ref> L'opera di Pittore rimase tuttavia a lungo in grande considerazione presso gli intellettuali romani.<ref name="Pontiggia_156">Pontiggia; Grandi, p. 156.</ref>