Caso Abu Omar: differenze tra le versioni
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Nasr ha dichiarato di aver fiducia nella giustizia italiana e di voler perseguire i torti subiti e far valere i suoi diritti nei tribunali Italiani<ref name="infernoitaliano"> [http://www.la7.it/news/textnews/dettaglio.asp?id=36918&cat=4 "ABU OMAR: MEGLIO L'INFERNO ITALIANO DEL PARADISO EGIZIANO"], La 7 - News, 12 marzo 2007.</ref><ref name="passaporto"> [http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=67743 "Abu Omar a Al Jazeera: "Ho il passaporto italiano""], RaiNews24, 25 febbraio 2007.</ref>; avrebbe, secondo le sue dichiarazioni, rifiutato un accordo con la CIA che prevedeva 2 milioni di dollari e la cittadinanza per lui e la sua famiglia in cambio del silenzio sulla sua vicenda<ref name="infernoitaliano"/>.
Seppure il governo italiano abbia negato di aver ricoperto alcun ruolo nel sequestro, alle indagini condotte dai [[procuratore|procuratori]] aggiunti [[Armando Spataro]] e [[Ferdinando Enrico Pomarici]] sono seguiti i rinvii a giudizio per i servizi americani, di 26 agenti della CIA tra cui il capocentro di [[Roma]] e referente per l'Italia della CIA fino al 2003 [[Jeffrey W. Castelli]] e il capocentro di Milano [[Robert Seldon Lady|Robert ''"Bob"'' Seldon Lady]], mentre per i servizi Italiani, del Generale [[Nicolò Pollari]], vertice del [[SISMI]], del suo secondo [[Gustavo Pignero]] morto l'11/09/2006, [[Marco Mancini (
Su richiesta degli inquirenti è stata trasmessa richiesta di estradizione per i cittadini americani al [[Ministero della Giustizia]], allora [[Roberto Castelli]], affinché la trasmettesse agli Stati Uniti. Il Ministro Castelli si è sempre rifiutato di inoltrare la richiesta di estradizione entrando in conflitto con la procura di Milano. Al termine della [[legislatura]] nel 2006 Castelli fece sapere che non aveva trasmesso gli atti. Nonostante la vittoria alle [[Elezioni politiche 2006|elezioni politiche]] del centro sinistra, del quale alcuni esponenti avevano sostenuto l'opportunità di trasmettere gli atti, il nuovo governo ha presentato un ricorso alla [[Corte costituzionale della Repubblica italiana|Corte Costituzionale]] per un conflitto tra poteri dello stato lamentando la violazione del [[segreto di stato]] da parte degli inquirenti nel corso delle indagini. La decisione dell'allora ministro [[Clemente Mastella]] di attendere la risoluzione della questione pendente prima di decidere se presentare le richieste di estradizione ha provocato accese polemiche tra il governo e la procura di Milano.
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