Giulia Ammannati: differenze tra le versioni

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Una lettera rivela come in questi anni, a causa della malattia della madre (nella lettera si legge di una «gravissima infermità, et quasi che mortale»), Galielo dovesse rinunciare ad alcune lezioni universitarie.
 
Della Ammanati sono conservate alcune lettere a Galileo nel periodo in cui si trovava a [[Padova]], nelle quali ricorda il debito contratto per la dote della sorella e rimprovera al figlio le mancate risposte alle proprie missive. Di tanto in tanto la Ammanati andava a trovare il figlio a Padova, visite non gradite a GalieloGalileo per il non facile carattere della madre. Il carattere austero e profondamente religioso di Giulia Ammannati fu anche pretesto di testimonianza al processo intentato a Galileo dall'[[Inquisizione]], a seguito della denuncia avanzata nel [[1604]] da un collaboratore dello scienziato, tal Pagnoni, che ebbe proprio a citare le parole della donna contro lo stesso Galileo «Ho ben inteso da sua madre che lui mai si confessa e si comunica». Fonti coeve, non confermate, inducono a ritenere che Giulia facesse spiare il figlio per accertarsi che andasse a [[messa]] piuttosto che dall'amante [[Marina Gamba]].
 
Nel [[1609]], dopo un viaggio a Padova, Giulia ritornò a Firenze portando con sé la primogenita di Galileo, [[Virginia Galilei]], della quale si prese cura fino al ritorno dello scienziato in [[Toscana]] l'anno seguente. Del resto, era nota la noncuranza di Galileo per la figlia, che non volle mai ufficialmente riconoscere come propria.