Legge della persistenza: differenze tra le versioni

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In [[meteorologia]] la '''legge della persistenza''' è una [[legge empirica]] su basi [[fisica|fisiche]] che afferma la naturale tendenza di una data struttura [[circolazione atmosferica|circolatorio-atmosferica]] a persistere su una certa porzione di territorio e per un certo lasso di tempo in virtù del raggiungimento di una condizione di equilibrio stabile, che allo stesso tempo minimizza l'[[energia]] interna del sistema. Tale concetto è mutuato direttamente dai comuni sistemi fisici e chimici ed applicato alla dinamica complessa e [[teoria del caos|caotica]] qual è quella della circolazione atmosferica che, pur nella sua diversità comportamentale rispetto ai sistemi semplici, si ritiene obbedire anch'essa a tali principi fisici.
 
Situazioni di persistenza atmosferica possono manifestarsi sia con una fase persistente anticiclonica ovvero di [[alta pressione]] sia con una fase persistente ciclonica ovvero di [[bassa pressione]]. Queste situazioni, che possono durare anche diverrsi mesi come accaduto dell'inverno 2006, possono allora concorrere a determinare eventi meteo-climatici estremi ovvero del tutto ''anomali'' su un territorio quali perduranti [[ondata di caldo|ondate di caldo]], lunghi periodi di mitezza, [[siccità]], ondate di [[gelo]] o [[alluvione|alluvioni]]. L'anomalia può essere riassorbita nel medio-lungo termine tramite la [[legge della compensazione]].
 
Non è dato sapere la durata della persistenza della struttura circolatoria, ne essa sempre si verifica specie in regime di alta dinamicità/variabilità dell'[[atmosfera]], quindi non può essere usata a fini [[prognosi|prognostici]], ma solo a livello [[diagnosi|diagnostico]] come analisi della situazione meteorologica a [[scala sinottica]].