Vizi del consenso: differenze tra le versioni

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===Inquadramento sistematico===
 
Il codice civile si propone anzitutto di fondare la possibilità dell'autoregolamentazione privata dei rapporti giuridici patrimoniali. L' art. 1321 definisce il [[contratto]] come ''"l'[[accordo]] di due o più parti per costituire, regolare o estinguere [...] un [[rapporto giuridico]] patrimoniale"''. Secondariamente, esplicita che una tale regolamentazione non si può avere senza una volontà conforme delle due (o più) parti [[negozio giuridico|negoziali]]: non c'è contratto senza consenso, senza, appunto, accordo (art. 1325 numero 1). Lasciando a margine qui la questione su un eventuale prospettabilità della cosiddetta ''inesistenza'' del contratto, ci si imbatte logicamente subito in una domanda: "Che grado di [[volontà]] è necessario perché una parte possa dirsi tale in un contratto? In altri termini, ''Quanta'' volontà è necessaria perché l'impegno contrattuale possa dirsi assunto?
La mente corre ad alcune situazioni paradigmatiche: