Adalberto II d'Ivrea: differenze tra le versioni

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Rientrati in Italia, Adalberto e il padre misero sotto assedio, ma senza risultato, il conte Adalberto-Atto e Berengario e la moglie Willa III si vendicarono dei nobili e soprattutto degli ecclesiastici che li avevano traditi.
 
Nel [[955]], dopo la morte di [[Enrico I di Baviera]], mentre Ottone era impegnato a combattere gli [[Ungari]], Adalberto e il padre recuperarono la marca di Verona.<br />E, nel [[957]], Ottone organizzò la sua seconda spedizione in Italia, affidandone il comando al figlio primogenito, l'ex duca di Svevia, [[Liudolfo di Svevia|Liudolfo]], che sconfisse Adalberto (mentre Berengario era fuggito) e conquistò tutta la [[Lombardia]], ma che morì improvvisamente a [[Pombia]], sul [[lago Maggiore]], per una febbre maligna<ref>CircolòSecondo Arnolfo, circolò anche la diceria che [[Liudolfo di Svevia|Liudolfo]] fosse stato avvelenato per volere di Adalberto. Egli è tuttavia l'unico cronista a citare questo sospetto.</ref>. Approfittando della morte di Liudolfo, Adalberto e il padre rioccuparono tutte i feudi che avevano perso e presto iniziarono le vendette.
 
Tra il [[958]] ed il [[959]] sposò [[Gerberga di Châlon]] (?-[[986]]), figlia del conte di [[Chalon-sur-Saône|Châlon]] e d'[[Autun]] [[Lamberto di Châlon|Lamberto]].
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== Bibliografia ==
* Arnolfo, ''Gesta Archiepiscoporum Mediolanensium''
* AA.VV., ''Enciclopedia biografica universale''. Treccani edizione [[2006]].
* AA.VV., ''I diplomi dei re d'Italia. Ricerche storico-diplomatiche, I.I diplomi di Berengario I'', in “Bollettino dell'Istituto storico italiano” 23 ([[1902]]), pp. 1-167.