Aminadab: differenze tra le versioni

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Aminadab, principe dei [[Leviti]], siede a sinistra in posizione rigorosamente frontale, col busto eretto, i piedi uniti, le mani strettamente intrecciate tra le ginocchia, gli avambracci appoggiati. La sua espressione sembra tradire una forte tensione interiore, con i lineamente fortemente marcati sotto un cespuglio di capelli corvini legati con una fascia bianca. Indossa orecchini con pendente (disegnati diseguali con una rapidissima pennellata ciascuno), una mantellina di colore cangiante, dal rosso al verde pallido, e calzoni attillati e bianchi, che pestrano il suo fisico atletico. La sua posa si tova in uno studio del "Codice di Oxford" ed ebbe un notevole diffusione, venendo ripresa da molti artisti tra cui [[Valeriano]] per il suo ''Cristo deriso'' nella [[chiesa del Gesù (Roma)|chiesa del Gesù]].
 
La donna a destra è in una posa inconsueta nell'iconografia fino ada allora, studiata probabilmente dal vero. Essa è seduta ma con le membra si volge verso lo spettatore, ruotando le gambe accavallate e il busto, con un complesso gioco di otrsioni. La schiena è ricurva nell'atto di pettinarsi i lunghi capelli biondi, la testa è reclinata. La veste rosa è particolarmente attillata, come se fosse bagnata, attaccandosi al corpo e rivelandone l'anatomia atletica, particolarmente mascolina nel braccio muscoloso, come anche nelle altre donne della [[volta della Cappella Sistina|volta]]. Un panno verde chiaro è disteso sulle coscie e i calzari sono di un giallo acceso. Notevole è il gioco di luci ed ombre, che sbalzano plasticamente la figura. Un bellissima mano scorciata, col palmo in ombra e le falangi illuminate, solleva i capelli da pettinare. La donna appare abbozzata in una pagina del "Codice di Oxford", all'[[Ashmolean Museum]].
 
==Bibliografia==