Villa Badoer: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Arbalete (discussione | contributi)
m fix link
Riga 63:
Curioso è il ricorso dell'architetto ad un artista quanto meno atipico per le decorazioni di villa; Palladio infatti è solito rivolgersi a collaboratori di fiducia, protagonisti abituali e spesso ricorrenti. Per La Badoera compare invece tale ''Giallo Fiorentino'', con attribuzione priva di dubbio in quanto citata da Palladio stesso nella didascalia riportata nei ''Quattro libri''. Non altrettanto priva di dubbi l'identificazione dell'artista, da ricercarsi certamente al di fuori della abituale cerchia dei collaboratori, anche se probabilmente già dotato di una certa notorietà al tempo, essendo citato dal Palladio con il solo [[pseudonimo]]. In un primo tempo individuato come [[Jacopo del Giallo]], figlio di [[Antonio del Giallo|Antonio]], [[miniaturista]] di una certa fama operante in [[Venezia]], va in realtà identificato in un Giallo pittore già collaboratore di [[Giuseppe Salviati]] nella decorazione della facciata di [[Palazzo Loredan]] a [[Santo Stefano (Venezia)|Santo Stefano di Venezia]]. Recenti studi di Antonello Nave tendono a identificarlo con il pittore fiorentino [[Pier Francesco di Jacopo Foschi]].
 
Le immagini che affrescano le pareti della villa rappresentano tematiche [[mitologia|mitologiche]] ed [[allegoria|allegoriche]] talora legate al territorio ed alla committenza, assieme a [[grottesche]], nicchie, [[festoneFestone (arte)|festoni]], figurette, erbaggi e frutta, di squisita finezza ma in generale di non facile interpretazione, appartenenti ad una pittura singolare ed accurata, priva di concezioni artistiche d'alto livello ma dotata di carattere, ricercatezza e raffinata tecnica esecutiva. Le indicazioni degli studiosi inquadrano queste decorazioni nell'ambito delle celebrazioni dei legami d'amicizia tra le famiglie Badoer e Loredan, in particolare tra Francesco Badoer e Giorgio Loredan.
 
<gallery>