Oratorio di San Francesco Saverio: differenze tra le versioni

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L’ L<nowiki>'</nowiki>''' Oratorio di San Francesco Saverio ''', è una piccola chiesa di Roma, nel [[Pigna (rione di Roma)|rione Pigna]], situata in via del Caravita.
 
È dedicato al grande apostolo delle Indie, [[Francesco Saverio]], ubicato presso la [[Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio|Chiesa di Sant'Ignazio]], ed edificato presso a poco nel medesimo luogo dove sorgeva l’antical'antica chiesa di ''Sant'Antonio de Forbitoribus''. È comunemente chiamato ''' Oratorio del Caravita ''', dal nome del suo fondatore, il gesuita Pietro Garavita, che lo fece costruire nel [[1631]].
 
L’oratorioL'oratorio è a navata unica preceduta da un atrio. Vi sono conservate opere di [[Lazzaro Baldi]], [[Sebastiano Conca]] e frammenti di affreschi di [[Baldassarre Peruzzi]].
 
L’oratorioL'oratorio è ricordato in due sonetti di [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]], ''“L’ingeggno dell’Omo”'' e ''“Li fratelli Mantelloni”'' ([[1832]]).
{{quote|''Ivi è eretto un sodalizio di compagni e collaboratori de’ missionari, detti volgarmente i Mantelloni dal lungo mantello nero che indossano: ivi finalmente oltre le funzioni diurne dei giorni feriali e festivi, in ciascuna sera dell’anno dall’avemaria alla prima ora della notte si adunano molti uomini a recitare preci, a udire de’ sermoni, a confessarsi, e in tutti i venerdì come in altre sere della settimana a disciplinarsi, ciocché si eseguisce al buio, non senza gravi inconvenienti talora accaduti''.}}
{{quote|Riguardo ai "gravi inconvenienti" nel secondo sonetto il Belli chiarì che i confratelli al buio si fustigavano per "disciplinarsi", ma logicamente si colpivano anche le panche e qualcuno frustava le spalle del vicino anziché le proprie. Erano così frequenti i parapiglia, che la pratica fu sospesa.|Rendina, op. cit. pag. 109-110}}