Filippo De Ferrari: differenze tra le versioni

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Filippo fu il maschio secondogenito e nacque tre anni dopo la morte, avvenuta a 16 anni, del primogenito Andrea. Sin da ragazzo rivelò un carattere difficile, chiuso e ribelle, che lo portò, ancora adolescente, a distaccarsi affettivamente dalla famiglia, della quale non sopportava i rigidi principi educativi, il suo equilibrio fu anche minato dal comportamento della madre, rimasta scioccata dalla morte prematura del suo adorato Andrea. Si fece allestire un grande appartamento separato dal resto della casa, al piano terra dell’Hôtel Matignon, che restò poi la sua abitazione principale per tutta la vita <ref> [http://www.acompagna.org/wit/chisiamo/iniziative/martedi/2009-2010/091117.pdf Biografia della famiglia De Ferrari Galliera]</ref>.
 
Mentre, soprattutto negli anni del [[Secondo Impero francese|Secondo Impero]], fino al 1867, in Francia si sviluppò un grande fermento industriale e finanziario, che permise al padre Raffaele di moltiplicare le proprie già grandi ricchezze, Filippo si rifiutò testardamente di dedicarsi agli affari e addirittura nel 1871 si schierò con i [[Comune di Parigi|comunardi]] che organizzarono la grande sollevazione di Parigi, che colpì molto il fragile Filippo con la sua violenza spesso gratuita.
 
I genitori cercarono sempre di mascherare il grave dissenso del giovane figlio ribelle, ma nulla poterono per impedire che Filippo rinunciasse alla cittadinanza italiana in favore di quella francese e che si facesse adottare da un ufficiale [[Austria|austriaco]], tal Emanuel de La Renotière, Conte di Kriegsfeld, così da poter aggiungere al proprio cognome “Ferrari” (che francesizzò in “Ferrary”) un ulteriore “de La Renotière”.
 
Preso atto di questo definitivo distacco del figlio, i Duchi di Galliera assegnarono un enorme appannaggio al figlio, ma decisero di dedicare la gran parte del loro immenso patrimonio a opere di filantropia, soprattutto verso la città e i cittadini di Genova. Dopo la morte del marito Raffaele, avvenuta nel 18711876, la [[Duchessa di Galliera]], dispose di destinare all'Austria l’Hôtel Matignon, che diventò la sede dell'ambasciata dell'[[Impero Austro-Ungarico]] in Francia, con la clausola che il figlio Filippo potesse restare nella sua residenza aldel pianopadilgione terradella portineria.
 
Filippo, dopo la morte del padre adottivo, continuando a rivelare la sua inquietudine interiore, assunse la cittadinanza austriaca e subì quindi tutti i contraccolpi della [[Prima guerra mondiale]]. Viaggiò molto, soprattutto alla ricerca di rarità filateliche e, alla fine, poco prima di morire, chiese e ottenne la cittadinanza [[svizzera]]. Si spense a [[Losanna]] nel [[1917]], ancora celibe e dopo aver rinunciato a trasmettere il proprio cognome a un discendente. Lasciò tutti i suoi averi, costituiti soprattutto dalla gigantesca collezione di francobolli, al Museo Postale di [[Berlino]]. La decisione di lasciare la collezione al Museo Postale di Berlino non venne però rispettata dal governo francese che fece sequestrare i francobolli per venderli in asta pubblica<ref>[[#EnciclopedFil|Enciclopedia dei Francobolli]], p. 101, i grandi collezionisti</ref>.