Ottaviano Fregoso: differenze tra le versioni

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Nei primi anni del [[XVI secolo]] difese il ducato di Urbino contro [[Cesare Borgia]], detto il Valentino, figlio del [[papa Alessandro VI]]; durante questa guerra [[Guidobaldo da Montefeltro]], zio di Ottaviano, si vide costretto a distruggere alcuni fortilizi per non cederli al nemico.
 
Nel [[1506]] Ottaviano ottenne dallo zio la signoria di [[Sant'Agata Feltria]], della quale sarebbe stato poi formalmente investito da [[papa Leone X]] nel 1513. <ref> La signoria dei Fregoso su [[Sant'Agata Feltria]] si protrasse fino al 1660, quando il paese tornò allo [[Stato Pontificio]], ed ha lasciato notevoli testimonianze come il secentesco Palazzo Fregoso, detto “della Ragione”, oggi sede del Municipio, e la Rocca. I Fregoso ricostruirono Sant'Agata, dopo che nel 1561 una frana aveva distrutto gran parte del paese. Fu in questa fase di ricostruzione che, all’inizio del [[XVII secolo|Seicento]], furono edificati il Palazzo della Ragione e altri palazzi nobiliari e chiese, abbelliti da illustri pittori come [[Pietro da Cortona]], [[Guido Reni]] e il [[Guercino]]. </ref>
 
Sempre nel 1506 fu inviato a [[Bologna]] per recuperare allo stato pontificio la città, caduta in potere di [[Giovanni Bentivoglio]].
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I letterati del tempo lo ricordano come un principe liberale e magnanimo, indicandolo come modello di riferimento per i governanti dell’epoca, come fece [[Baldassarre Castiglione]] nel suo libro ''[[Il Cortegiano]]''.
 
Il [[Francesco Guicciardini|Guicciardini]], nella sua ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d'Italia]]'' lo ricorda come ''"principe certamente di eccellentissima virtù, e per la giustizia sua e per altre parti notabili, amato tanto in quella Città, quanto può essere amato un principe nelle terre piene di fazioni, e nella quale non era del tutto spenta nella mente degli uomini, la memoria dell'antica libertà".''<ref> Diversamente dai contemporanei, tre secoli più tardi, nel 1835, lo storico genovese [[Girolamo Serra]] giudicò il temperamento di Ottaviano inadatto a quei tempi, ed a proposito di quegli avvenimenti, con particolare riferimento all’approssimarsi degli spagnoli nel 1522, scrisse nella sua "Storia della antica Liguria e di Genova":
{{quote|''Ma il timido Ottaviano si rimise a quanto deciderebbono il senato e i cittadini. Le moltitudini è buono consultarle in tempi pacati; ma nelle necessità urgenti in cui bisogna operare anzichè discorrere, uopo è di una volontà pronta e risoluta. Infatti i pareri furono diversi e si finì a concludere niente.''}}</ref>
 
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{{Box successione|carica=Governatore di Genova
|periodo= [[20 novembre]] [[1515]] - [[31 maggio]] [[1522]]
|precedente=[[Ottaviano Fregoso]]<br/>Doge
|successivo=[[Antoniotto II Adorno]]<br/>Doge
}}