Sant'Evasio: differenze tra le versioni
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|Nazionalità = italiano
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|FineIncipit = è venerato come [[santo]] dalla [[Chiesa cattolica]], soprattutto ad [[Asti]], ed è il patrono di [[Casale Monferrato]]. La commemorazione liturgica ricorre il [[1º dicembre]]
|Immagine =
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Non esistono certezze storiche sulla sua vita; alcuni scritti lo collocano [[diocesi di Asti|vescovo di Asti]] nel [[IV secolo]] ([[330]]-[[358]]).
Giovanni Maria Balliano, che per primo compilò la vita del santo in [[lingua italiana|italiano]] nel [[1566]], si appoggiò agli ''Atti'' del monaco benedettino Giovanni Domenico
Questa supposizione non può essere vera
==Gli studi==
Il Deconti, il Savio e l'Irico, che studiarono il [[codice casalese]] e riscrissero la vita del patrono di Casale, lo collocano nel periodo dell'imperatore [[Costantino I]].
Dagli ''Atti'' del martirio,
Quindi, essendo l'antica [[Antica Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]], edificata dall'imperatore Costantino, l'investitura di Evasio a vescovo è probabile che sia avvenuta in quel periodo.
Nel [[355]]
Allontanato dalla propria sede astigiana ([[358]]), secondo gli agiografi cristiani Evasio sarebbe stato martirizzato il [[1 dicembre]] [[362]] presso la città di ''Sedula'' (l'odierna [[Casale Monferrato]]),<ref>Gaspare Bosio, ''Storia della Chiesa di Asti'', Asti [[1894]], pag. 87</ref> in quelle che la tradizione cristiana chiama le persecuzioni di [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]].<ref>"Sant'Evasio andò a Roma, imperante Costantino Magno e colà fu consacrato dal papa San Silvestro a primo vescovo d'Asti, donde fu cacciato, exorta sub Costantino augusto Arianorum fautore tempestae, e finalmente subì il martirio a Sedula, impiissimo apostata Iuliano imperante". Gaspare Bosio, ''Storia della Chiesa di Asti'', Asti [[1894]], p. 87.</ref><ref>"Giuliano era detto l'Apostata per aver rinnegato il cristianesimo.Egli era animato da un profondo odio per i cristiani che escluse dalle cariche pubbliche. Benché non osasse intimare un'aperta persecuzione contro di essi, pure tacitamente la favorì, anzi la promosse". Gaspare Bosio, ''Storia della Chiesa di Asti'', Asti [[1894]], pag 90</ref>
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