Porting: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
AttoBot (discussione | contributi)
m disambigua, typos
Nessun oggetto della modifica
Riga 4:
Il ''porting'' può essere un'attività complessa e costosa; ciò dipende dalla "distanza" tecnologica fra l'ambiente di origine e l'ambiente di destinazione, dal tipo di componente software da "portare", e dagli strumenti con cui esso è stato costruito.
 
Un componente software è '''portabile''' se eseguirne il porting è semplice (e quindi poco costoso); in questo senso, la portabilità si può considerare un caso particolare di [[riusabilità]] del software. Il caso limite è quello in cui un componente software può essere riutilizzato su diverse [[piattaforma (informatica)|piattaforme]] senza che questo comporti ''alcuna modifica'': oggi si tende a usare il termine ''portabilità'' proprio in quest'ultima accezione. Nello scenario odierno, in cui calcolatori di ogni tipo sono in grado di comunicare e scambiarsi dati e programmi attraverso [[Internet]], la ''portabilità'' rappresenta un fattore spesso decisivo nella scelta di tecnologie, metodologie e strumenti per la produzione del software. Allo stesso tempo, l'emergere di standard come quelli promulgati da [[ISO]] e [[ANSI]] (p.es. riguardo a formati di archiviazione dati o [[linguaggio di programmazione|linguaggi di programmazione]]), e la conseguente convergenza di tecnologie e sistemi informatici rispetto ad almeno alcuni aspetti del loro funzionamento, gioca evidentemente a favore della portabilità del software in generale.
Esistono un gran numero di strumenti che aiutano il porting, come [[GNU Compiler Collection|GCC]], che permette di compilare diversi linguaggi sotto diverse architetture, e [[autoconf]], che, prima della compilazione, automatizza la ricerca di quelle piccole differenze che potrebbero impedire di compilare il sorgente e adatta di conseguenza il programma.