Sostanza (filosofia): differenze tra le versioni

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{{Quote|[...] E sostanza è il sostrato, il quale, in un senso, significa la [[materia (filosofia)|materia]] (dico materia ciò che non è un alcunché di determinato in atto, ma un alcunché di determinato solo in potenza), in un secondo senso significa l'[[essenza (filosofia)|essenza]] e la [[forma (filosofia)|forma]] (la quale, essendo un alcunché di determinato, può essere separata con il [[pensiero]]), e, in un terzo senso, significa il [[sinolo|composto di materia e di forma]] [...]|[[Aristotele]], ''[[Metafisica (Aristotele)|Metafisica]]'', VII, 1042a}}
In [[filosofia]] per '''sostanza''', dal latino ''substantia'', ricalcato dal greco ὐποκέιμηνον (''hypokeimenon'')<ref>[http://www.unigre.it/Pug/pubblicazioni/gilbert/pazienza/02SOSTAN.pdf Sostanza]</ref>, letteralmente traducibile con "ciò che sta sotto", si intende ciò che è ''nascosto'' all'interno della cosa sensibile come suo fondamento ontologico. La sostanza e quindi ciò che di un ente non muta mai, ciò che propriamente e primariamente è inteso come elemento ineliminabile, costitutivo di ogni cosa per cui lo si distingue da ciò che è accessorio, [[contingenza (filosofia)|contingente]], e che Aristotele chiama [[accidente (filosofia)|accidente]].
Per sostanza, in altre parole, si intende ciò che è ''[[causa sui]]'', ovvero ha la causa di sè in se stessa e non in altro.