Riflessione diffusa: differenze tra le versioni

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Il meccanismo esposto è molto generale, perché quasi tutti gli oggetti che ci circondano sono fatti di materiali "non monolitici". I minerali sono di solito [[policristallo|policristallini]]: possiamo descriverli come un mosaico tridimensionale di [[Cristallite|cristallini]] cementati fra di loro. I materiali organici sono composti da fibre o da [[cellula|cellule]], con le loro pareti e con una struttura interna complessa e non omogenea. E ogni interfaccia, disomogeneità o imperfezione può deviare, riflettere o diffondere la luce, riproducendo così lo schema che abbiamo descritto sopra.
 
Tra i pochi materiali che non seguono questo meccanismo vi sono i metalli, che non permettono alla luce di entrare perché la riflettono o la assorbono violentemente (in uno spazio che può essere addirittura inferiore ad una lunghezza d'onda della luce); i gas, i liquidi e le sostanze amorfe (vetri, polimeri come il [[plexiglas]] o il policarbonato), che di solito non hanno discontinuità interne; i cristalli singoli, ''[[monocristallo|monocristallini]]'', come un diamante o un cristallo di sale; e materiali molto speciali, come i tessuti che compongono la [[cornea]] e il [[cristallino]] degli occhi. Questi materiali possono però riflettere (o trasmettere) diffusamente la luce se la loro superficie è irregolare, come quella di un vetro smerigliato, o, naturalmente, se la loro struttura omogenea [[cataratta|si deteriora]], come può avvenire per il cristallino degli occhi.
 
====Riflessione mista====