Giacinto Gimignani: differenze tra le versioni

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Nel [[1652]] l’artista si trasferì a [[Firenze]], dove fu molto attivo per la corte medicea e soprattutto per la famiglia pistoiese dei [[Rospigliosi]]. Nel [[1661]] Gimignani fece ritorno a Roma, città nella quale concluse la sua lunga carriera.
 
Nella carriera del pittore fu determinante l'influsso della famiglia [[Rospigliosi]] e più precisamente del suo più illustre componente: il cardinale Giulio (1600-1669), che salirà al soglio pontificio col nome di [[Clemente IX]] (1667-1669). Si deve infatti a lui la svolta rigorosamente classicista che si riscontra nella carriera dell’artista a partire della seconda metà degli anni trenta, quando egli si era ormai acclimatato a Roma. Grazie al favore dimostratogli nel tempo dal cardinale, Gimignani ottenne molte prestigiose commissioni tra le quali quella – senz’altro la più impegnativa di tutta la sua carriera – di dipingere venticinque tele con storie sacre e mitologiche (1652-1654) e un ''Ratto delle Sabine'' (1654) per il palazzo [[Rospigliosi]] in [[Ripa del Sale]] a Pistoia, tele oggi divise tra il Museo diocesano della città e la Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia.
 
==Voci correlate==