Bibbia gotica: differenze tra le versioni

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Anche se nel mondo gotico la cultura greca ha avuto un’influenza maggiore rispetto a quella latina, non bisogna dimenticare il ruolo che [[Roma]] ha avuto soprattutto nella diffusione del cristianesimo tra i Goti, essendo l’unità religiosa (seppure con l’opposizione [[ortodossia]]/[[arianesimo]]), un ''instrumentum regni'' che avrebbe garantito la stabilità politica. Sappiamo che i ''[[prestito linguistico|prestiti]]'' latini in gotico sono attinenti prevalentemente all’ambito della vita pratica e profana, ma non è escluso che termini religiosi di origine greca siano passati al gotico per tramite del latino (che li aveva assimilati e fatti propri).
Questo, d’altro canto, non sminuisce l’apporto della cultura greca, che si ritrova nella traduzione wulfiliana nelle consuetudini [[ortografia|ortografiche]] (come l’utilizzo del [[grafema]] dell’[[occlusiva velare sonora]] per la [[nasale velare]] che la precede: gr. ''άγγελος'' <nowiki>[</nowiki>{{IPA|aŋgelos}}<nowiki>]</nowiki>, got. ''aggilus'' <nowiki>[</nowiki>{{IPA|aŋgilus}}<nowiki>]</nowiki>), in prestiti [[lessico|lessicali]] e perfino [[sintassi|sintattici]].
La principale preoccupazione di Ulfila era di fornire una traduzione estremamente fedele, che non fosse troppo “autonoma” rispetto al testo originale, quindi la sua versione risente della traduzione “parola per parola”. Ciò non ci meraviglia: anche nel mondo latino si è dovuto attendere [[San Girolamo]] per arrivare a comprendere che la traduzione “a senso” è preferibile a quella letterale, quando veicola meglio il significato .
 
A livello sintattico è importante osservare che il gotico afferma la propria identità utilizzando procedimenti [[morfologia|morfologici]] propri, indipendenti dal sistema greco; la difficoltà di rendere un lessico assolutamente nuovo, viene superata sia con l’ampliamento [[semantica|semantico]] di parole esistenti di significato affine, sia con la produzione di [[neologismo|neologismi]] per esprimere concetti estranei alla cultura gotica, (ad es. ''ajukdūþs'' ‘eternità’).